Tra Fli e Pd spiragli “elettorali”

A infiammare ancora una volta il clima all’interno della maggioranza è stata una  dichiarazione rilasciata ieri dal loquace Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera, a “La Repubblica”: “Se qualcuno cerca un pretesto per andare a votare – ha detto – allora sappia che esiste già una maggioranza alternativa, tanto alla Camera quanto al Senato, in grado di ritrovarsi sulla modifica della legge elettorale“.

Un’osservazione che ai “berluscones” è suonata come una minaccia; un vero e proprio campanello d’allarme. Da non sottovalutare se non si vuole inciampare nel rischio di un “trasformismo” parlamentare in grado di rovesciare l’attuale governo. Non è sfuggito a nessuno, infatti, che il ragionamento di Italo Bocchino rimanda a quello che Pier Luigi Bersani ripete ormai da tempo: “Se c’è una maggioranza che dice che la legge è intollerabile allora si va in Parlamento e si vota“.

Non stiamo parlando di maggioranza di governo – ha precisato il segretario del Pd – ma di regole. La legge la si fa in Parlamento, non con le maggioranze e le minoranze ma con chi è disposto a convergere”. La riforma della legge elettorale, insomma, potrebbe essere il terreno su cui testare l’improbabile alleanza tra Fli e Pd. Un’unione di interesse che verrebbe benedetta anche da Antonio Di Pietro e Raffaele Lombardo.

“Mi appello al Capo dello Stato – ha detto il leader dell’Idv – affinché sia garante di un governo a termine che duri non più di novanta giorni e che serva a cambiare la legge elettorale“, mentre il governatore della Sicila ha notato: “Mi pare indiscutibile che siamo sul punto di andare alle elezioni. C’è chi pur di non votare con questa legge – ha continuato Lombardo – farebbe salti mortali e io sono tra questi. Vedremo”.

Un’apertura che potrebbe prefigurare scenari nuovi in Parlamento, dove la maggioranza – privata del sostegno dei finiani e dei deputati dell’Mpa – sarebbe destinata a cadere rovinosamente, lasciando il passo a un governo tecnico “millantato” da più parti.

Ci crede poco il ministro dell’Interno, Roberto Maroni: “Si tratta di un’ipotesi strampalata – ha tagliato corto – Mi viene da sorridere a vedere insieme Bocchino, Di Pietro, Casini, Bersani e tutti noi all’opposizione. Poi per la legge elettorale non serve un nuovo governo – ha precisato – ma c’è il Parlamento. C’è una maggioranza? Bene, si faccia avanti. Io non credo che ci sia – ha concluso il ministro – sono minacce che sono armi spuntate”.

Maria Saporito