Sarah Scazzi morta: fondamentale un’intercettazione ambientale

Un giallo che ha tenuto col fiato sospeso tutta la nazione, fino a ieri quando lo zio Michele Misseri, dopo un lungo interrogatorio, è crollato e ha confessato. Una figura in questa vicenda per lungo tempo marginale. 7/8 giorni fa, poi, il ritrovamento del cellulare e i primi sospetti. In un’intercettazione ambientale le figlie stesse iniziavano a sospettare del padre.

Di Sarah Scazzi non vi era più traccia, scomparsa il 26 agosto agosto ad Avetrana (Taranto) mentre si recava dalla cugina Sabrina per andare al mare; è stata rinvenuta cadavere nelle ultime ore. La madre Concetta non ha mai creduto all’ipotesi della fuga e agli inquirenti chiedeva di indagare proprio in famiglia, perché solo in pochi sapevano dove, quel pomeriggio, Sarah sarebbe andata. L’unico di cui non sospettava era proprio Michele Misseri: “Io mi fido ciecamente di lui“.

In questa vicenda la figura dello zio è rimasta a lungo marginale. Michele Misseri era semplicemente il padre di Sabrina. Poi una settimana fa circa la svolta e i primi sospetti su di lui. E’ stato proprio lo zio ha trovare ‘per caso’ il cellulare di sua nipote e molto provato raccontava ai giornalisti: “Sono arrivato, passato davanti questo mucchio di cenere e immediatamente ho visto il luccichio con i ciondoli del telefono. Ho capito subito che era quello di Sarah“. Ma c’era qualcosa che non andava. I Ris capiscono sin da subito che il cellulare era stato messo lì in un secondo momento.

Poi un nuovo elemento: il rombo di una macchina di grossa cilindrata. “Quando Sarah è scomparsa io ero a casa, in cantina, mia figlia è scesa e mi ha detto papà vado a cercare Sarah che non è ancora arrivata, io subito dopo ho sentito una macchina di grossa cilindrata, con un motore diesel. Non me lo ricordavo, poi l’ho ricordato e l’ho detto immediatamente“, ha informato Michele Misseri.

I sospetti continuavano a crescere e a supportarli un’intercettazione ambientale. Le figlie iniziavano a sospettare del padre. Alcune indiscrezioni, infatti, rivelano che Sarah si sarebbe confidata con la cugina Sabrina, le avrebbe detto delle avances che lo zio le faceva da tempo. Ma Sabrina non voleva crederci e per questo avrebbero litigato.

Ieri poi la confessione. Un interrogatorio lungo ore e ore, e poi è crollato: “È stato un raptus. L’ho strangolata nel garage di casa mia, poi l’ho caricata in macchina e l’ho portata in una campagna tra Avetrana e San Pancrazio. L’ho spogliata, ho bruciato i vestiti in un luogo lì vicino. Ho seppellito Sarah nuda, in una buca di quattro, cinque metri. Andate a vedere, è lì“.

Le ricerche si sono subito attivate e, effettivamente, il corpo di Sarah era lì.

Simona Leo