Arrestato dal Governo Cinese per le sue idee politiche, che contrastano con quelle delle istituzioni del paese della grande muraglia, Liu Xiaobo, scrittore cinese, che della prigione ha ormai forzatamente fatto la sua casa è stato insignito del premio Nobel per la pace dalla commissione della prestigiosa Accademia norvegese.
Su Liu, pesa una condanna di “istigazione alla sovversione”; il “Charter 08“, un documento firmato da circa 2000 cittadini cinesi, nel quale l’attivista invoca e sostiene un pur lento ma inesorabile cammino verso la democrazia e i diritti umani nella grande Cina, gli è valso la galera.
Il caso Charter 08 non è però il primo ad aver coinvolto Xiaboo nella lotta contro il governo cinese. Nel 1989, quando i carri armati invasero piazza Tien an men, Liu già era in prima linea; fu arrestato infatti per “tentativo controrivoluzionario” per aver negoziato la libertà di decine di ragazzi manifestanti, ai quali ha evitato il duro regime carcerario cinese.
“Molti cinesi – spiega l’attivista nel documento – ritengono che i diritti umani siano dei valori universali, così come la libertà e l’uguaglianza, e che la democrazia ed un governo costituzionale siano i presupposti indispensabili per garantire questi valori”.
Parole come queste l’hanno condannato ad 11 anni di prigione. La sentenza venne espressa il giorno di Natale del 2009, un anno dopo il suo arresto, probabilmente a causa della preoccupazione del regime cinese rispetto a potenziali feedback negativi dell’occidente sulla questione. In un giorno di festa l’attenzione a notizie di questo tipo è generalmente minore. Ma, a prescindere da questo, il caso, nemmeno tanto lentamente, iniziò quasi scomparire dalle cronache mondiali.
La sentenza di condanna espresse il concetto per il quale Xiaboo nel suo “Charter”, avrebbe “superato i limiti della libertà d’espressione consentita, incitando consapevolmente altri soggetti a sovvertire il nostro ordine costituito”.
Il premio Nobel riconosce, a livello formale, il ruolo culturale, fondamentale, di Liu Xiaboo, nei processi di pace internazionali e soprattutto nel riconoscimento dei diritti umani per tutti. Tale gratifica è appunto però solo formale e al massimo economica. Appena giunta la notizia in Cina, sembra attraverso il social network Twitter, alcuni uomini della polizia cinese si sono immediatamente presentati a casa dello scrittore, presidiandola.
A.S.