L’obesità infantile sta diventando una sorta di epidemia che cresce a ritmi vertiginosi: negli ultimi venti anni più del 50%, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. E l’Italia fa parte di questi paesi che stanno registrando dei record negativi. In base ai dati messi in evidenza dall’Organizzazione mondiale della sanità più di un bambino su cinque tra gli 8 e i 9 anni è obeso (21%) e quasi uno su due è in sovrappeso (45,6%), e sono più i maschietti con il 48,8% a soffrirne rispetto alle bambine con il 42,2%.
I dati sono stati presentati da Francesco Branca al convegno di presentazione del progetto “Sistema di indagini sui rischi comportamentali in età 6-17 anni” realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con i Miur, l’Inran, le Regioni e le aziende sanitarie.
Il problema dell’obesità colpisce i bambini soprattutto per le cattive abitudini. Il 9% dei bambini italiani tra gli 8 e i 9 anni non fa colazione, il pasto più importante della giornata, e ben il 30% non la fa adeguata. Inoltre un bambino su quattro non mangia quotidianamente frutta e verdura, mentre il 50% preferisce bere bevande gassate o zuccherate nell’arco di una giornata al posto dei succhi di frutta fatti in casa dalle mamme.
Per non parlare dell’attività fisica che resta un grave problema. Solo il 20% dei bambini pratica sport più di una volta la settimana, mentre il resto dei bambini preferiscono guardare la tv nella loro cameretta. Inoltre, circa il 70% va a scuola in macchina e solo uno su quattro gioca più di due ore al giorno all’aria aperta nei giorni feriali.
«In Italia si fanno già tante iniziative ma non si fa ancora abbastanza. Servono interventi non solo a livello locale ma a livello nazionale e in più settori, perché non è sufficiente intervenire sulla scuola o sull’educazione» spiega l’esperto dell’Oms, Francesco Branca.
Daniela Ciranni