Annozero, Santoro sospeso: provvedimento Rai “indegno” per Di Pietro

di pietro

La sospensione dalla Rai per 10 giorni del programma di Michele Santoro Annozero ha subito provocato, immancabili e comprensibili, le reazioni del mondo politico. Infuocata, come c’era da attendersi, quella del leader dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro. L’ex magistrato di Mani Pulite ha parole durissime sia per il governo Berlusconi che per i vertici della di Stato. Secondo il leader dell’Idv dietro la sospensione del programma con Marco Travaglio e Vauro, c’è un chiaro disegno volto a limitare ed eliminare la libertà di stampa nel nostro paese.

“E’ una decisione inaccettabile – commenta sul suo blog Antonio Di Pietro – un’azione punitiva presa dal direttore generale della Rai, Mauro Masi. L’Italia dei Valori chiede le immediate dimissioni di questo signore. La sospensione è la conferma che l’ordine impartito da Palazzo Chigi sulle epurazioni delle voci libere e sulla censura nei confronti delle opposizioni definite “scomode” è arrivato a destinazione. Infatti, chi non ricorda quanto emerso dalle intercettazioni di Trani in cui il Presidente del Consiglio ordinava ai suoi sodali di chiudere Annozero e di cancellare l’Italia dei Valori?”

Secondo il leader dell’Idv Mauro Masi altro non è che un servo di Berlusconi, preoccupato solo di compiacere il capo: “L’articolo 21 della nostra Costituzione continua ad essere seriamente minacciato e calpestato. Il conflitto di interessi che fa capo a Berlusconi pesa come un macigno sul nostro sistema democratico, sul futuro di questo Paese. Ormai è chiaro a tutti che la lobby del Presidente per raggiungere il suo obiettivo ha bisogno di eliminare le notizie vere, e quindi scomode, e di mettere in campo conduttori addomesticati, trasmissioni frivole, clown e ballerine perché plagiano le menti e addormentano le coscienze. E’ questo il motivo per cui Annozero non “s’ha da fare”.
Il direttore generale della Rai – scrive ancora Di Pietro – ricordi che i contribuenti lo pagano profumatamente non per servire il suo padrone, ma per tutelare gli interessi dell’azienda pubblica e per garantire la libera informazione”.

G. M.