Dopo la serata di follia degli ultrà serbi allo stadio di Genova, dove era in programma la partita tra Italia e Serbia, si cercano ora i responsabili dei violenti scontri. In primo luogo si cerca di identificare gli hooligan serbi sorpresi dalle telecamere interne allo stadio. Secondo quanto riferito dai media serbi, 19 di loro sarebbero già stati arrestati.
Le prime perquisizioni ai pullman che trasportavano tifosi serbi sono state effettuate ieri sera alla frontiera tra Croazia e Serbia, per l’occasione presidiata da un nutrito contingente di poliziotti predisposto dal Consiglio nazionale di difesa, presieduto dal capo dello Stato Boris Tadic. Sempre secondo quanto riferito dalla tv serba, la polizia croata ha scortato i pullman per i 400 chilometri necessari a raggiungere il confine serbo, senza consentire ai veicoli di effettuare soste.
Sono invece 10 gli ultras serbi in stato di arresto in Italia, 46 i denunciati, 138 gli identificati. Tra i tifosi arrestati anche il 30enne leader ultrà, Ivan Bogdanov, protagonista in negativo della serata di follia.
Bogdanov deve ora rispondere di danneggiamento aggravato e porto abusivo di oggetti atti a offendere nell’ambito della violazione della legge 401/89 sull’ordine pubblico durante le manifestazioni sportive. Intanto, il legale del tifoso violento ha riferito che il suo assistito chiede scusa all’Italia per i danni provocati e si dice sorpreso del risalto mediatico della vicenda. Le contestazioni, fa sapere l’avvocato, erano dirette alla nazionale serba e in particolare al suo portiere, “reo” di avere lasciato la Stella Rossa per il Partizan.
Si cercano i responsabili anche tra gli organizzatori della partita e tra chi aveva il compito di garantirne la sicurezza. Secondo il presidente della Federcalcio, Giancarlo Abete, “qualcosa non ha funzionato, in primis in territorio serbo, nei rapporti fra la federazione e gli organi di sicurezza”. E ancora: “Bisogna ragionare a mente fredda, ma è chiaro che va anche rafforzata la collaborazione fra le federazioni, le polizie e gli organi di pubblica sicurezza dei vari paesi, anche con un ruolo dell’Uefa, in occasione di partite internazionali”.
Il presidente del Coni, Gianni Petrucci, sperando che non ci siano sanzioni Uefa anche nei confronti dell’Italia, dichiara: ”Non vedo quale responsabilità possa avere la Figc. E credo alle parole del ministro Maroni”
Un plauso all’operato delle forze dell’ordine giunge dal ministro dell’Interno Roberto Maroni: “Nessuna censura alle forze dell’ordine. Anzi, voglio elogiare pubblicamente i responsabili delle forze dell’ordine, il prefetto e il questore perché in base alle informazioni che avevamo si è rischiata una strage, una ‘Heysel due’. E solo grazie all’operato delle forze dell’ordine non ci sono stati né morti né feriti. Se invece ci fosse stata una carica delle forze dell’ordine per far svolgere la partita, si rischiava per davvero una strage“.
Maroni rincara la dose: “Sono stato ‘comicamente’ accusato dal sindaco di Genova di essere responsabile di quanto avvenuto. E nel contempo lui ha elogiato le forze dell’ordine. Per fortuna io ho le spalle larghe e ci faccio sopra una risata. Sono per accertare le responsabilità se ci sono, ma in questo caso non ce ne sono”.
La vera responsabilità? “Il problema è stata la scarsa informazione che ci è arrivata dall’Interpol di Belgrado”, sottolinea Maroni, secondo il quale ”se ci avessero avvertito che sarebbe arrivata una banda di criminali, la cosa sarebbe stata diversa”.
“Scriverò anche a Platini per spiegargli che se la Uefa avesse adottato le misure previste nel Campionato italiano come il Daspo e la tessera del tifoso quello che è successo non sarebbe successo”, conclude il responsabile del Viminale.
Raffaele Emiliano