Non ci sono schiarite all’orizzonte per la storica industria dolciaria perugina Piselli e per i suoi circa 300 dipendenti. L’incontro tenuto ieri mattina in Confindustria, a Perugia, tra i rappresentanti dell’azienda, i sindacati e il soggetto compratore, (Felice Moretti, imprenditore bresciano) non ha, infatti, dato i risultati sperati.
La Rsu di Pierantonio, frazione del comune di Umbertide (PG) dove è situato lo stabilimento, e i sindacati (Sara Palazzoli e Cristiano Alunni per la Flai Cgil, Angelo Manzotti e Eros Mincigrucci per la Fai Cisl) hanno, dunque, rigettato in toto la proposta di piano industriale illustrata (solo a parole, non è stato consegnato niente di scritto) dai rappresentanti del signor Felice Moretti. “Si tratta – hanno dichiarato in una nota Rsu, Flai Cgil e Fai Cisl – di un piano totalmente inadeguato e inaccettabile perché manca completamente una prospettiva per l’azienda, mentre sono pesantissime le ricadute occupazionali”. Nel dettaglio, il piano prevede, infatti, un taglio del 40% dell’attuale fatturato complessivo, con un conseguente ridimensionamento “drammatico” dei livelli occupazionali.
Al termine dell’incontro, i rappresentanti di Moretti hanno preso atto della ferma opposizione dei sindacati e della Rsu a questa ipotesi di piano industriale. Un nuovo incontro tra le parti è stato, comunque, fissato per martedì 19 ottobre. “In quella data – hanno affermato ancora sindacati e Rsu – ci aspettiamo che i rappresentanti dell’imprenditore interessato all’acquisto della nostra fabbrica si presentino con propositi e soprattutto numeri completamente diversi”.
Intanto, oggi si sono tenute le assemblee nello stabilimento di Pierantonio per informare i lavoratori sulla situazione e per decidere tutte le iniziative necessarie a difesa dei livelli occupazionali e della continuità produttiva. Nel corso del confronto si è, dunque, deciso che i lavoratori della Piselli scenderanno domani in sciopero per otto ore e manifesteranno, a partire delle ore 11.00, davanti alla sede dell’azienda a Pierantonio per difendere i circa 300 posti di lavoro che sono fortemente a rischio dopo la decisione della famiglia Piselli di vendere all’imprenditore del Nord sopra citato. L’assemblea, molto partecipata (oltre 150 lavoratori presenti), è stata caratterizzata da un clima teso e da tanta rabbia e preoccupazione.
“Questi lavoratori – spiegano i sindacati – non sono stati nemmeno presi in considerazione nei piani dei soggetti interessati all’acquisto dell’azienda”. La decisione dell’assemblea di proclamare immediatamente uno sciopero di tutto il personale ha come obiettivo quello di dare un segnale forte di indisponibilità allo smantellamento di un’azienda storica e importantissima del territorio perugino.
Mauro Sedda