Berlusconi: padre e figlio indagati per frode fiscale

Roma, 15 Ottobre. Silvio Berlusconi, il figlio Piersilvio e alcuni manager del gruppo Fininvest sarebbero indagati dalla procura di Roma per evasione fiscale e reati tributari. Gli inquirenti avrebbero notificato loro i mandati a comparire per il 26 Ottobre.

L’ipotesi è quella di frode fiscale legata ai bilanci di RTI per l’anno 2003-2004. L’inchiesta è stata aperta dal procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e dal pm Barbara Sargenti. Attraverso un complesso giro di trasferimenti di denaro a società d’intermediazione, gli imputati avrebbero evaso il fisco per circa 10 mln di euro. Tra queste società anche quella dell’egiziano Frank Agrama.

Secondo la procura, i diritti di alcune fiction americane sarebbero stati comprati dalle Major che ne avevano la proprietà rivenduti poi appunto a società d’intermediazione, ad altre di stanza in oriente e poi da queste rivendute con prezzo di molto maggiorato a Mediaset ( che controlla RTI).

Il Presidente del Consiglio ad oggi non può essere perseguito a causa del legittimo impedimento; la la consulta si esprimerà però sulla legittimità dello stesso  il 14 Dicembre prossimo. Tra una settimana, il reato di frode fiscale ipotizzato per Berlusconi in riferimento al processo Mediatrade , sarebbe entrato in prescrizione. L’atto odierno della procura di Roma, che riguarda uno stralcio dello stesso processo, “rimanda” tale termine di due anni e mezzo, aggiungendo nuovi elementi, anche ipotetici infatti, è possibile prolungare i termini della suddetta prescrizione.

L’azienda Mediaset ha diffuso una nota in cui spiega che “I diritti cinematografici oggetto dell’inchiesta sono stati acquistati a prezzi di mercato e tutti i bilanci e le dichiarazioni fiscali della società sono stati redatti nella più rigorosa osservanza dei criteri di trasparenza e delle norme di legge“, sostenendo che, di fatto, si tratta di una duplicazione del processo milanese.

Dichiarazioni identiche da parte di Niccolò Ghedini, avvocato del Premier: “Le indagini che sarebbero in corso presso la Procura di Roma, che agirebbe in quanto alcune società avevano ivi sede non possono che sostanziarsi nella contestazione di ipotesi praticamente identiche a quelle già prospettate dalla Procura di Milano, ancorchè per anni diversi”

A.S.