Riforma della giustizia avanti e indietro. Il Guardasigilli, Angelino Alfano, ha ieri partecipato a un incontro del Pdl a Bari nel corso del quale ha prima accelerato sulla riforma tanto attesa dal premier e poi frenato, rimandando l’appuntamento di “fuoco” in Parlamento alle prossime settimane.
Secondo il ministro, infatti, la bozza sulla giustizia messa a punto con i suoi collaboratori potrebbe – allo stato attuale – non incrociare il consenso dei finiani. Da qui la decisione di posticipare la presentazione del testo anche in Consiglio dei ministri, così da consentire di limare quei punti considerati fondamentali per ottenere il disco verde dei “futuristi”.
“Quando saremo pronti – ha tagliato corto il ministro riferendosi alla riforma – la porteremo in Consiglio dei ministri. Che sia questa o l’altra settimana poco importa”. Il sentore è che insomma Alfano abbia fiutato il rischio di un fermo “niet” da parte dei parlamentari di Fli e voglia per questo correre ai ripari per tempo, presentando un testo più “digeribile” ai sodali del presidente Fini.
Ma se i tempi della presentazione ufficiale della riforma costituzionale sono stati momentaneamente posticipati, vengono invece rimarcati con forza i contenuti. “Presenteremo in Parlamento – ha promesso Angelino Alfano – un progetto di legge di riforma costituzionale che sarà il compimento di ciò che il centrodestra ha sempre detto di voler fare. Abbiamo solo l’intendimento di fare sì che il sistema della giustizia funzioni meglio – ha precisato – e che venga salvaguardata l‘autonomia e l’indipendenza della magistratura“.
In che modo? “Le due parti del processo, l’accusa e la difesa – ha spiegato il Guardasigilli – devono essere pari davanti al giudice. Inoltre vogliamo garantire un processo efficiente che possa consentire una grande risposta di velocità nei confronti dell’utente. Infine – ha aggiunto Alfano – vogliamo un sistema giustizia liberato dalle correnti“.
Per centrate questi ambiziosi obiettivi, il responsabile della Giustizia pensa a un organo di garanzia: “Occorre – ha ripreso – un organismo di garanzia autonomo che possa rappresentare le istanze della magistratura e il buon funzionamento del sistema magistrariale che non sia corporativo e legato a giochi di corrente e che sia tutto orientato – ha concluso – al servizio”.
Maria Saporito