Morte Maricica, Alemanno: “Pena esemplare per aggressore”

Ora che il reato contestato dalla Procura ad Alessio Burtone, il ventenne che ha aggredito l’infermiera rumena Maricica Hahaianu alla stazione del metrò Anagnina, è quello di omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi, l’aggressore (per il momento ancora agli arresti domiciliari) dice di avere paura di andare in carcere. «Ho paura di tornare in carcere. Non volevo fare del male e provocare la morte di nessuno: sono profondamente pentito di quello che ho fatto», ha detto Alessio Burtone al suo avvocato, Fabrizio Gallo.

«È molto scioccato e spaventato – ha detto l’avvocato – Ha paura di andare in carcere ed è ancora molto scioccato per quanto accaduto. Il mio assistito sento addosso il peso di quanto fatto e ha paura che possa essere gonfiato mediaticamente, pur essendo consapevole della gravità della situazione e rispettando il dolore dei familiari della donna che, è ben consapevole, hanno subito un gravissimo lutto». Burtone si dice addirittura sfortunato per quel che è successo, non si aspettava che la donna sarebbe morta.


Intanto, sulla vicenda è intervenuto con toni di ferma condanna anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno: «Il Comune si costituirà parte civile come in tutti i casi di violenza sulle donne – ha dichiarato il primo cittadino capitolino -. Siamo di fronte ad una violenza gratuita. Saremo vicini alla famiglia pagando le spese dei funerali e del trasporto della salma in Romania – ha aggiunto Alemanno – Ho conosciuto per qualche momento il marito di Maricica, Adrian. Mi è sembrata un’ottima persona. Questo dimostra che ci sono tantissimi immigrati che lavorano seriamente e con grande impegno a favore della comunità italiana, dobbiamo quindi superare ogni pregiudizio. La violenza e le buone azioni possono arrivare da qualsiasi parte».

Alemanno chiede pertanto una pena esemplare per l’aggressore. «La sicurezza è un impegno che dobbiamo realizzare in città e in tutta Italia – ha aggiunto il Sindaco -. Bisogna isolare i violenti ed avere leggi serie e repressive perchè i violenti non devono farla franca. Siamo tutti colpiti dal fatto che una donna possa morire per motivi così futili, per un’aggressività senza senso. Pensiamo che la prima risposta sia portare in carcere l’assassino. La questione è in mano alla magistratura: bisogna da un lato fare in modo che ci sia una punizione esemplare per l’omicida, dall’altro lato un encomio per il sottoufficiale che è intervenuto». Alemanno rilancia: «Bisogna verificare se le persone che hanno girato la testa dall’altra parte meritino di essere denunciate per omissione di soccorso».

Raffaele Emiliano