Piemonte: tra Cota e Bresso scontro all’ultima scheda

Il 28 marzo scorso a dividerli erano stati quei 9.372 voti con cui il leghista Roberto Cota aveva strappato la scettro del Piemonte a Mercedes Bresso. Oggi la distanza tra i due è aumentata, coinvolgendo quasi 15 mila schede che secondo la Bresso dovrebbero essere annullate. O per lo meno ricontate. Il Tar del Piemonte le ha dato ragione e adesso le operazioni di riconteggio potrebbero portare a clamorosi cambiamenti.

Gli ultimi aggiornamenti riferiscono che l’85% dei voti espressi dalle liste “Al centro con Scanderebech” e “Consumatori” (a sostegno del leghista Cota) potrebbe essere annullato, ribaltando di fatto il risultato elettorale ufficializzato dallo scorso marzo. Le polemiche piovono senza sosta, con la Lega che rimprovera alla magistratura un’intollerabile “invasione di campo” tesa a rovesciare il verdetto popolare e i democratici che, invece, pressano per ottenere al più presto l’ufficializzazione del risultato sperato.

Il quotidiana vicino alla Lega Nord, “La Padania”, ha ultimamente titolato: “Democrazia a rischio“, stigmatizzando violentemente contro le operazioni avviate dai “tribunali speciali” ingaggiati “contro il popolo”. La tesi del giornale è che sarebbe in atto un vero e proprio disegno anti-democratico, volto a strappare agli elettori il diritto di scegliere il proprio governatore per consegnarlo irragionevolmente ai giudici.

Di tutt’altro avviso Mercedes Bresso, che – alla luce dei primi riscontri consegnati dalle operazioni di riconteggio (che sono state prorogate di 25 giorni) – ha invece affermato: “Ciò che sta avvenendo, almeno per tutte le province che sono state riconteggiate è che il numero di voti che vengono salvati è insufficiente a colmare la differenza che si produrrebbe. Qualora dovessero essere annullate alle liste di Cota oltre quindicimila voti – ha concluso – alla fine la differenza sarà di tremila voti a mio favore“.

Per lei a quel punto rimarrebbe solo il dubbio sulla possibilità di tornare al timone della Regione. All’interno de Pd, infatti, non sarebbero in pochi a pensare che il suo “posto” potrebbe essere occupato dall’attuale sindaco di Torino, Sergio Chiamparino. O a sostenere che l’opzione migliore sia quella che conduca ad indire nuove elezioni: “Dopo quello che sta emergendo – ha commentato il segretario del Pd in Piemonte, Gianfranco Morgando – i piemontesi devono essere liberi di esprimersi“.

Maria Saporito