Il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha approfittato della sua visita ufficiale in Marocco per rispolverare un tema quanto mai attuale e strategico sul piano della politica estera come quello del multiculturalismo. A colloquio con il suo omologo marocchino, il presidente della Camera dei Rappresentanti, Abdelwahad Radi, Fini ha ricordato che non può esserci crescita multiculturale senza il rispetto delle regole.
“L’integrazione degli immigrati – ha dichiarato ai microfoni dei giornalisti incontrati a Rabat – dimostra quanto sia necessario che questa comporti parità di diritti e obbligo di rispettare dei doveri dal momento che il multiculturalismo, senza il rispetto delle regole, rischia di diventare anarchia“.
E per rinforzare il concetto il presidente della Camera ha fornito una panoramica ampia della situazione europea: “C’è un dibattito in corso in tutta Europa – ha continuato il leader di Fli – ed è estremamente ragionevole che ci si chieda cosa significhi rispettare l’identità dello straniero. In Francia si pongono il dubbio sulla riuscita dell’assimilazionismo, ossia – ha spiegato la terza carica dello Stato – della cancellazione dell’identità di coloro che arrivano in quel Paese. In Germania e nel Nord Europa – ha continuato – si discute del problema di un multiculturalismo che non sia rispettoso delle identità e delle tradizioni del Paese che accoglie“.
“L’Italia – ha aggiunto Fini – unico Paese a non avere un passato di potenza coloniale, può essere il luogo in cui si mette a punto una strategia di integrazione dello straniero che non sconti gli errori di un multiculturalismo eccessivo. Da noi – ha osservato – sarebbe giusto riflettere sul fatto che se si rispettano i costumi e le tradizioni del Paese che ti dà ospitalità, si ha poi diritto a essere rispettati nella propria identità”.
E per dimostrare che un modello d’integrazione “sana” è possibile, Gianfranco Fini ha fornito l’esempio della numerosa comunità marocchina che vive in Italia: “E’ una realtà ben integrata – ha scandito – con una particolarità: tra tutti i gruppi stranieri presenti nel nostro Paese, è quella con il maggior numero di lavoratori autonomi. E’ la dimostrazione – ha concluso il presidente della Camera – di un buon modello di integrazione”.
Maria Saporito