Vuole essere processato in Italia, vuole tornare dai suoi amici e soprattutto, non vuole essere accostato alla mafia serba. Questo il messaggio di Ivan Bogdanov, capoultrà che si è reso protagonista degli scontri e dei disordini durante Italia-Serbia. Il capo della tifoseria serba parla dal carcere di Pontedecimo, dove è rinchiuso da quando l’arresto ai suoi danni è stato convalidato. Le sue dichiarazioni sono su tutte le prime pagine serbe, ma arrivano tramite il suo avvocato Gianfranco Pagano.
“Non ho preso soldi da nessuno per quello che ho fatto allo stadio di Genova, non conosco mafiosi o narcotrafficanti. Se avessi intascato 200mila euro, come si dice, non avrei viaggiato in autobus e dormito in hotel a una stella. Sono solo un tifoso della Stella Rossa, non sono la marionetta di nessuno.” Queste le parole pubblicate sul Vecernje Novosti, quotidiano di Belgrado. Nei giorni scorsi, su un altro giornale, Politika, si leggeva che la mafia serba avrebbe sborsato 200mila euro per finanziare gli hooligan, affinchè causassero i danni visti in televisione. Inoltre, nella sua intervista, l'”uomo nero” ha manifestato la sua intenzione di farsi processare nel nostro paese:”Penso che in Italia avrò una pena molto meno pesante rispetto alla Serbia e potrò contare su un processo giusto e corretto, cosa invece che non mi posso aspettare a Belgrado. Inoltre il carcere qui è sicuramente molto più comodo.”
Sulla rete si è già creato un mito giovanile. Molte le pagine su facebook, ad esempio, che inneggiano alle gesta di questa frangia di tifosi. Tramite il suo legale, Bogdanov si augura che tutto questo finisca:”Vorrei che non fosse così, che quanto prima si scordino di me e che i giornali non scrivano più delle mie vicende. In tal modo per me sarà più facile. Per ora, posso solo dire che mi mancano gli amici e soprattutto la mia mamma.”
Giuseppe Greco