Quale peso bisogna dare al nuovo “movimento d’opinione” di Gianfranco Fini? Il Cavaliere lo deciderà dopo aver stappato la bottiglia di champagne che lo condurrà al 2011. Solo allora destinerà ogni attenzione allo schieramento “partorito” dal presidente della Camera, nel tentativo di comprendere se esso possa realmente rappresentare una minaccia alla tenuta dell’esecutivo.
Rientrato ieri da un periodo di breve convalescenza, il premier ha ripreso le redini della situazione, tornando alla ribalta mediatica e partitica. Ha partecipato a un vertice del Pdl, nel corso del quale non ha esitato a regalare larghi sorrisi e solide rassicurazioni a tutti. Fino a dicembre – sarebbe stato il suo ragionamento – i “finiani” non daranno problemi. Dal prossimo anno dovremo invece accertarci che non abbiano intenzione di costruire un governo tecnico, in accordo con le forze dell’opposizione.
Cosa ci sia alla base dell’analisi approntata ieri dal presidente del Consiglio e consegnata ai “suoi” con tanta sicurezza non è dato saperlo. Berlusconi parte comunque dalla considerazione che il rapporto politico con i “futuristi” non debba essere confuso con il suo rapporto personale con Gianfranco Fini. In pratica: se la ruggine tra i due leader continua a crescere, non è detto che questo debba necessariamente contribuire ad allontanare in modo irreversibile anche i loro due partiti.
Secondo voci non confermate, anzi, alcuni esponenti approdati a Fli continuerebbero a nutrire nei confronti del Cavaliere una smodata ammirazione e rappresenterebbero le “schegge impazzite” capaci di destabilizzare ogni cosa. Compresa la presunta “opposizione” dei futuristi al governo su alcuni temi delicati come la giustizia.
Sia come sia, Silvio Berlusconi starebbe già scaldando i motori per una nuova campagna elettorale. Lo spettro delle elezioni anticipate aleggia ancora sulla sua squadra di governo e il premier non vuole farsi trovare impreparato. Per non correre rischi avrebbe deciso di interpellare il più “organizzato” tra i suoi coordinatori: quel Denis Verdini che – nonostante i “fastidi” giudiziari personali – starebbe comunque investendo ogni energia nella messa a punto del “Team della libertà“.
Di cosa si tratta? Nei disegni “propagandistici” dei berluscones, a breve un esercito di promotori, reclutati ai quattro angoli del Paese, busseranno alle porte degli italiani per riferire dei numerosi risultati centrati dal “governo del fare”. Depliant, pubblicazioni e parole messe al servizio del governo da riconsolidare, partendo dal consenso popolare. Perché la politica bisogna, in fondo, saperla vendere.
Maria Saporito