Congresso Sel, Vendola: “Per paura di perdere la sinistra si è persa”

Il governatore della Regione Puglia Nichi Vendola ha aperto a Firenze, con un lungo intervento, i lavori del primo congresso nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, il partito politico di cui è il leader indiscusso.

”Non possiamo consentirci il lusso di un atteggiamento difensivo. Non possiamo semplicemente chiuderci a riccio, abbiamo il dovere di fare i conti con la nostra sconfitta e le nostre sconfitte”, perché bisogna ”uscire dal Novecento”, ha dichiarato Vendola.

Obiettivo primario, per l’ex di Rifondazione, è quello di ”liberarci dai paraocchi, guai se assumessimo un atteggiamento meramente difensivo. Guai se ci facessimo portatori di una dimensione culturale. Dobbiamo essere culturalmente molto curiosi e scuotere la nostra pigrizia culturale”.

“Al Pd, nostro alleato – ha continuato Vendola – faccio una domanda: la sinistra è davvero un impedimento a vincere, o questo paese ha un disperato bisogno di sinistra per uscire da questo smarrimento? Per paura di perdere la sinistra si è persa, si è propro smarrita e noi abbiamo bisogno di ricostruire un discorso sulla salvezza dell’Italia”. “La sinistra – ha sottolineato il governatore pugliese – è la missione di un paese, di un continente, non è una nicchia ideologica o una rendita di posizione. Allora abbiamo il dovere di discutere e di parlare e di chiarirci con tutti gli attori del centrosinistra”.

Vendola apre la porta a tutti e dichiara di essere pronto a confrontarsi anche con l’Italia dei valori, perché “la battaglia per la legalità è importante”.

Porte aperte anche nei confronti dei compagni di una volta, in primo luogo quelli di Rifondazione Comunista, partito che Vendola ha abbandonato dopo un duro confronto al congresso con l’attuale segretario del Prc Paolo Ferrero. “Dobbiamo parlare con i compagni della Federazione della sinistra – ha detto il leader di Sel -, con i compagni comunisti, molti di noi ci sono stati e voglio dire che non ci sono più risentimenti ma solo sentimenti. Dobbiamo parlare con i Verdi e con i Socialisti, la cultura socialista è una bussola per il futuro. Dobbiamo parlare con i grillini e con Grillo”, anche se “non si può vivere nell’estetica della bestemmia, in senso pasoliniano – ha precisato Vendola – non vogliamo fare una coalizione del passato, ma per il futuro del Paese”.

Insomma, a sinistra serve “un’alleanza innovativa” che “assuma le primarie non come gioco di società, ma come uno strumento di dissequestro della politica che torni bene pubblico”. ”Bisogna stare insieme non per dare la minima risposta – ha evidenziato il portavoce di Sinistra Ecologia e Libertà – ma per dare la risposta più larga alla richiesta di cambiamento”. Pertanto, ”non dobbiamo innamorarci del partito, ma viverlo come uno strumento: l’obiettivo è la sinistra, l’Italia, il cambiamento”.

”Oggi – ha proseguito Vendola – non si può discutere su chi abbia generato la crisi, tanto che l’iper-liberista Tremonti può svolgere tutte le parti in commedia: critico no global, fustigatore dei banchieri e anche affamatore del popolo”. Secondo l’esponente di Sel, “la crisi non è solamente finanziaria, ma è soprattutto economica, ed è crisi di senso dell’economia, del furbo capitalismo che si mangia il lavoro, è che ha marginalizzato il lavoro, è una crisi di sistema”.

”Coloro che pensano che in nome dei diritti umani si possa fare una guerra- ha dichiarato Vendola – sono gli stessi che pensano che i diritti umani debbano essere sospesi in una fabbrica, in un’azienda”. E ancora: ”Se la modernità è Marchionne, ho l’impressione che sia tutta una bolla mediatica e politica”. ”E’ un’idea di modernità regressiva rispetto ai rapporti sociali”, ha aggiunto Vendola, perché ”modernità è libertà, centralità delle relazioni sociali, rapporto con l’ambiente, relazione non gerarchica e violenta tra uomo e donna”. ”La modernità dovrebbe consentirci di affrontare la crisi e di fare una genesi precisa delle patologie della finanziariazzazione dell’economia, e fare un discorso di regolazione liberale, un discorso sulla riemersione del lavoro, che è stato massacrato dal capitale”, ha concluso il presidente pugliese.

Raffaele Emiliano