È arrivata ieri Venerdì 22 ottobre l’ammissione da parte del Governo dell’Indonesia che in un video diffuso questo mese sono proprio dei soldati le persone che torturano diversi indigeni papuani: immagini queste che hanno scatenato le condanne e reazioni delle organizzazioni in difesa dei Diritti Umani.
Sul giornale “The Jakarta Globe”, il ministro indonesiano coordinatore degli Affari Politici, Legali e di Sicurezza, Djoko Suyanto ha dichiarato che: “I soldati hanno oltrepassato il limite consentito con le persone che avevano arrestato (…) hanno agito non come dei professionisti seri”. Il ministro, in ogni caso, ha assicurato che chiederà le piene responsabilità agli esecutori di tali atrocità.
Le immagini riportate e diffuse dal portale ‘Youtube’ mostrano come un soldato bruci, con un bastone ardente, i genitali di un detenuto mentre un altro militare minaccia con un coltello un papuano. Le immagini, lo scorso mese di maggio, sono state prese, nella regione di Punjak Jaya, nella provincia di Papua.
Non si sono lesinate neanche immagini di calci e altre vessazioni perpetrate dai soldati, nei confronti degli arrestati impegnati ad interrogare dei sospettati sulla precisa posizione di un arsenale da armi ritrovato e con collegamenti al gruppo separatista: Organizzazione per l’Indipendenza di Papua.
Ma questo non è il solo filmato realizzato, infatti agli inizi dello scorso mese di agosto, se ne era diffuso un altro con gli abusi che i corpi di sicurezza commettono regolarmente nella zona indonesiana dell’isola della Nuova Guinea: quel video mostrava un attivista papuano moribondo che si teneva gli intestini con la mano dopo essere stato attaccato, con una baionetta, dalla polizia indonesiana. La fonte anonima che ha trasmesso quel filmato è apparsa quasi simultaneamente in diverse pagine web scaricate per celebrare e commemorare il primo anniversario della morte di Yawan Wayeni, membro della guerriglia indipendentista papuana. La Papua, del resto, è una delle regioni più povere dell’ Indonesia e soffre un conflitto separatista di moderata intensità da quando, nel 1962 con il ritiro dell’Olanda, ha portato l’ annessione all’Indonesia della regione. L’OPM, formata da piccoli gruppi sparuti che agiscono in maniera sporadica e con pochissime armi, è una delle guerriglie indipendentiste più radicate dell’Asia.
Maria Luisa L.Fortuna