Sarah Scazzi: la cugina Sabrina usava telefonino della vittima


Le indagini sull’omicidio di Sarah Scazzi proseguono senza sosta, e domani si svolgeranno accertamenti presso il Reparto investigazioni scientifiche di Roma.

Le analisi tecniche riguarderanno soprattutto il cellulare della vittima e la Seat Mirabella di Michele Misseri, auto su cui è stato trasportato il cadavere prima che venisse seppellito nel pozzo.

Le numerose impronte lasciate sul telefonino di Sarah e sul vano batteria incastrerebbero Sabrina Misseri, cugina di Sarah, ancor più di quanto le contraddizioni dei suoi interrogatori stiano già facendo. Sono emerse, infatti, numerose dichiarazioni riguardante il dispositivo, la batteria e la scheda sim, che gettano ombre e interrogativi sulla ventiduenne.

In primis, la questione della sim.

Dagli interrogatori di Sabrina emergono particolari con i quali sembra essersi tradita non poco ai fini di dimostrare la propria innocenza. Poco dopo aver strangolato la quindicenne, Misseri avrebbe chiesto a Sabrina di recarsi in garage perché aveva visto una schedina sim sull’asfalto. “Guarda io ho visto una sim per terra…”, avrebbe detto Michele alla figlia Sabrina, la sera stessa del 26 agosto. La ragazza avrebbe risposto: “Vabbè, ce l’hai, dammela che la diamo ai carabinieri”. Stando sempre al racconto di Sabrina, Misseri aveva affermato di averla trovata “vicino la scuola guida, per strada”. Sorvolando sull’ultima contraddizione, alla domanda del magistrato, se il padre le avesse chiesto sul serio di recarsi in cantina per spazzare e trovare la sim, Sabrina ha risposto in modo affermativo.

Da qui, il pm ha iniziato a pressare la ragazza, chiedendole: “Scusi, e lei non si è posta il problema: Che ci ha fatto Sarah per perdere una sim qui dentro? Perché è entrata in questo garage?”. E ancora, “Perché poi non informare i carabinieri di questo fatto?”, domanda a cui Sabrina aveva risposto, “Non mi è sembrata una cosa importantissima in quanto alla fine non ho mai dubitato di mio padre. Che dovevo andare a fare? Se non c’era la prova della sim”.

Scheda telefonica a parte, le indagini proseguono soffermandosi sul presunto utilizzo del cellulare di Sarah successivamente al 26 agosto, data della sua morte. Si è già discusso dei vari tentativi di depistaggio delle indagini, e la Misseri avrebbe potuto anche utilizzare il telefonino per sviare ogni sospetto: qualche chiamata per dimostrare che la quindicenne era ancora viva, l’sms per tranquillizzare la madre, “sto bene mamma, non ti preoccupare”.

Carmine Della Pia