Nel 2010 almeno 72mila lavoratori nel Lazio hanno usufruito della cassa integrazione e di questi 55mila ora rischiano il posto di lavoro. Lo afferma la Cgil regionale. I dati presi in esame non fanno altro che dimostrare gli effetti devastanti della crisi economica sull’occupazione della regione in questione, specie se tali numeri vengono confrontati con quelli dell’anno passato.
“A dicembre del 2009 – affermano dall’organizzazione sindacale – i lavoratori a rischio erano 17.500, oggi sono il triplo”. Secondo il segretario generale di Cgil Roma e Lazio, Claudio Di Berardino, “ai 72mila cassaintegrati bisogna aggiungere anche i lavoratori in mobilità – ovvero quelli che hanno già perso il posto di lavoro – in continua crescita: nel 2007 erano 10.000, nel 2008 13.000, nel 2009 20.000 e ad oggi 23.000. Di questi – aggiunge il sindacalista – circa 13.000 si trovano senza alcun sostegno al reddito ed è una stima per difetto perché c’è un ‘sottobosco’ che sfugge, formato da tutti coloro che non sono intercettabili”.
Sempre in base all’indagine portata avanti dalla Cgil, sommando i disoccupati e i cassintegrati, nel 2010 i lavoratori “senza impiego” sono arrivati a quota 280.000. “Nel 2008 – conclude il leader laziale – erano 181mila, oggi sono 100.000 in più”.
A perdere il lavoro senza alcun ammortizzatore sono stati anche i co.co.co e co.co.pro, cioè i precari cosiddetti ‘figli del lavoro flessibile’. Questi, infatti, dal 2007 ad oggi si sono ridotti di un terzo, passando da 311mila a 235.400.
Mauro Sedda