Fini, Casini e Rutelli: prove di alleanza

Il Presidente della Camera Gianfranco Fini non ha fatto mistero dell’eventualità che presto si debba fare i conti con nuove elezioni anticipate, magari in seguito ad una “possibile crisi di Governo sul tema della giustizia”; la Lega, dopo aver dominato il mese di settembre con incessanti appelli al voto subito e alla crisi di Governo, è lentamente tornata sui suoi passi…mentre Berlusconi, irritato dai continui paletti messi da FLI ma al tempo stesso preoccupato dai pendenti processi, è sempre più tendente alla linea morbida, come dimostrano anche le ultime notizie in merito alla decisione del PdL di non rendere reiterabile il Lodo Alfano 2.

Mentre Di Pietro è alle prese con una crisi di visibilità e di consenso e Bersani cerca di pensare  a come battere Berlusconi senza che l’asse Veltroni-Vendola faccia prima fuori lui, non sarebbe certo prudente sbilanciarsi in previsioni sulla tenuta della maggioranza o sull’incombenza di nuove consultazioni politiche.
In ogni caso, e questo è certo, nella primavera del 2011 si voterà per il rinnovo di oltre 100 amministrazioni comunali, fra cui Milano, Torino, Bologna, Siena, Cagliari, Napoli, Catanzaro…

Un primo banco di prova, dunque, per testare uno scenario politico rivoluzionato da un’estate burrascosa e da un autunno in cui si succederanno congressi, kermesse fondative di nuovi soggetti politici e voti parlamentari destinati a delinare nuove convergenze.
Il “terzo polo”, nonché “grande centro” o “Partito della Nazione”, di cui tanto si è discusso negli ultimi tempi potrebbe avere proprio in quell’occasione il suo battesimo elettorale.

“Per rendere visibile la nostra proposta alle prossime amministrative di primavera dobbiamo andare prevalentemente da soli. – ha spiegato Pierferdinando Casini di fronte alla platea dei coordinatori regionali dell’UdC riunitisi a Roma – Non dobbiamo avere paura della concorrenza, in particolare di quella a noi vicina. Ben vengano Fini e Rutelli perche’ questo significa che sta crescendo un’area moderata”.
“Guardiamo in faccia la realtà: Rutelli esce dal Pd, Fini dal Pdl, ed erano due cofondatori: forse non ci siamo sbagliati noi”.
“L’Udc ha lanciato il suo “Partito della Nazione” – ha chiosato il coordinatore del Veneto Antonio De Poli – per dare disponibilità a fondare un partito nuovo, inclusivo, laico e cattolico, moderato e riformatore“.

Forti segnali di apertura, che seguono in ogni caso una convergenza cominciata già in agosto con la comune astensione sulla mozione di sfiducia a Caliendo, subito ripresi da “finiani” e “rutelliani”.
Futuro e Libertà – ha spiegato Bocchino durante la cerimonia di apertura della nuova sede genovese di FLI – potrebbe apparentarsi con il centrodestra, dare vita a coalizioni civiche con soggetti civici presenti sul territorio o a coalizioni che rappresentino un altro centrodestra con l’Udc, con l’Mpa in alcune aree del paese e con altri soggetti, ad esempio l’Api, che sono per la costruzione di un’area di responsabilità. Valuteremo caso per caso”.

Più propensa ad un’accelerazione del processo unitario che porti alla costituzione di un soggetto politico moderato o, per dirla con Bocchino, “di reponsabilità”, Alleanza per l’Italia, il soggetto fondato da Rutelli con altri ex-popolari del Partito Democratico.
“L’obiettivo – ha annunciato per la celebrazione della fondazione ufficiale del partito il portavoce Bruno Tabacci, già membro anche dell’UdC di Casini -è costruire una Kadima italiana con chi si muove al centro e verso il centro (come Fini o i cattolici che non si trovano bene nel Pd), decretando il fallimento del bipolarismo”.

Pezzo dopo pezzo, dunque, cresce la nuova casa del “grande centro”. Con il pensiero rivolto, naturalmente, al sogno proibito per le prossime elezioni: Luca Cordero di Montezemolo.

Mattia Nesti