Quattro presunti boss di alcuni clan palermitani sono stati arrestati dai carabinieri del Comando Provinciale di Palermo e dalla Direzione Investigativa Antimafia. Le accuse sono di associazione mafiosa ed estorsione. Gli arresti sono il risultato di un’indagine, poggiata anche sulle testimonianze di alcuni pentiti e sulla collaborazione di commercianti vittime del ‘pizzo’, la quale ha portato all’individuazione dei nuovi vertici mafiosi del capoluogo siciliano. I quattro sono stati fermati perché sussisteva il serio pericolo che potessero darsi alla fuga.
I quattro presunti capiclan sono Sandro Di Fiore (33 anni), Gioacchino Intravaia, il ‘Sifilitico’ (57), Giovanni Sammarco (51) e Domenico Giordano (54). Di Fiore è accusato dalla Procura di essere il responsabile principale delle estorsioni e della raccolta del ‘pizzo’ allo Zen e nel mandamento della cosca di Resuttana. Nei suoi locali, utili ad occultare le armi, si sarebbero svolte diverse riunioni mafiose. Sammarco e Intravaia sarebbero stati utili nel reinvestire i guadagni delle estorsioni in attività redditizie. Giordano, invece, sarebbe stato il principale responsabile dei rapporti tra la zona di Paranna Mondello e lo Zen e i rappresentanti di Cosa Nostra, tra cui figurano Giovanni Cusimano e Francesco Franzese. Quest’ultimo è stato arrestato ed è diventato un collaboratore di giustizia.
Domenico Giordano è stato messo in manette anche a causa delle accuse che gli sono piovute addosso dal fratello, Salvatore Giordano, pentito appartenente al clan Resuttana di Palermo. Tra i tanti fatti di cui è accusato ci sono un’estorsione compiuta ai danni della società ‘Vivai Gitto Palermo’ di via Castelforte, assai nota nella città. Il padrone della ditta sarebbe stato costretto a versare regolari somme di denaro per ben sette anni. Il ‘pizzo’ veniva riscosso dagli esattori mafiosi tramite la busta paga di un dipendente della società stessa.
Gianluca Bartalucci