Alcune settimane fa in un articolo si era parlato di Bookliners, un nuovo social network interamente dedicato alla condivisione dei libri. Si tratta di un progetto italiano molto giovane, che recentemente ha fatto il suo esordio online con il sito, in versione beta, raggiungibile all’indirizzo www.bookliners.com. Sebbene la piattaforma sia ancora in fase di sviluppo, per gli utenti iscritti è possibile già da ora usufruire e sfruttare molte delle principali funzionalità di Bookliners. NewNotizie ha raggiunto gli ideatori del progetto, Clelia Caldesi Valeri e Luca Novarino, i quali hanno parlato di come tutto è nato, soffermandosi poi anche sugli attuali sviluppi, sui progetti futuri e molto altro ancora.
Che cos’è Bookliners?
CCV: Bookliners è un vertical social network dedicato al mondo dell’editoria e, ovviamente, alla lettura. L’idea principale del sito è quella di costruire una comunità di lettori offrendo loro la possibilità di fare qualcosa che fino ad ora non è stata fattibile online, vale a dire poter condividere con altre persone l’esperienza della lettura. Per fare questo noi contattiamo gli editori in maniera tale da coinvolgerli ed ottenere che ci siano i contenuti interi dei libri, che a questo punto diventano degli elementi con cui si può interagire e su cui si può sottolineare e commentare a livello di singola parola, di riga, di paragrafo. Attraverso la dinamica del passaparola, proprio come avviene nella vendita fisica dei libri, le opere circolano così tra i lettori. Gli editori, da parte loro, si ritrovano in una situazione inedita e senza dubbio vantaggiosa, grazie alla quale possono conoscere in maniera più dettagliata i propri lettori e le loro esigenze.
Come è nato e da quale idea è partito questo progetto che, lo ricordiamo, è un progetto tutto italiano e si inserisce all’interno di un panorama online assai complesso?
CCV: Beh, la primissima idea è stata mia, semplicemente perché io ho lavorato da sempre nell’editoria e faccio parte di quella generazione che ha studiato sui libri e che appena ha cominciato a lavorare lo ha fatto immediatamente sul web. Lavorando in editoria per molto tempo ho avuto l’impressione che il rapporto nei confronti del web fosse soprattutto di timore e attesa, quando invece i contenuti editoriali sono sicuramente un valore aggiunto anche per il web proprio perché sono dei contenuti garantiti attraverso la selezione dell’editore. L’idea, che vede perciò nel binomio internet-editoria la sua base fondamentale, necessitava ovviamente di una struttura che potesse funzionare e di un business plan. Quando per la prima volta ho incontrato Luca Novarino, per motivi legati a Banca della Memoria, gli ho raccontato di questa idea e, per fortuna, lui ha iniziato ad interessarsi e ad incuriosirsi al progetto. Da lì sono state poi nottate di discussioni per andare a vedere come si poteva realizzare il tutto, partendo dall’idea base di connettere lettori, editori, autori e tutto il mondo degli eventi dietro all’editoria e il web. E’ stato poi necessario capire anche come rendere la questione sostenibile. L’anno scorso, perciò, il progetto è stato così presentato alla Start Cup Piemonte, dove abbiamo vinto il premio ICT trovando anche l’importante appoggio dell’Incubatore dell’Università di Torino. Via via che il progetto cresceva ne abbiamo parlato con altri ragazzi, e l’idea è piaciuta tanto che ciascuno è diventato socio, investendo il proprio lavoro e coinvolgendo le proprie realtà aziendali. Chiaramente tutti speriamo che l’investimento porti i suoi frutti!
LN: Io mi occupavo già in parte di sviluppo e creazione di siti web legati al mondo del web 2.0. Diciamo che l’esperienza principale era quella del progetto chiamato Memoro – Banca della memoria, un sito che raccoglie le video interviste delle persone nate prima del 1940. Quando Clelia mi ha spiegato la sua idea, mi è sembrata da subito molto interessante, soprattutto perché andando ad approfondire la questione trovo molto particolare che il mondo dell’editoria sia stato così lontano dai lettori. Avvicinare gli editori ai lettori e portare su un piano virtuale la condivisione della lettura ci è parso così un qualcosa di assolutamente nuovo e vincente.
Oggi sul web non mancano piattaforme e siti dedicati ai libri e alla letteratura, che avvicinano i lettori raccogliendoli in vere e proprie community virtuali. Nel caso di Bookliners la forma di social network, oggi così in voga, può costituire il punto di forza o comunque una spinta che possa invogliare gli utenti ad interagire con questa nuovissima realtà?
LN: Devices più o meno evoluti e più o meno a colori per la fruizione dei contenuti, permettono nella maggior parte dei casi unicamente una lettura individuale.. Quello che invece a noi affascinava era l’idea di potere far accedere più persone all’interno di un libro, quindi da un punto di vista sociale. Non darne, quindi, un commento in generale come succede e funziona molto bene su Anobii, Goodreaders o Librarything, ma poter di fatto entrare nel libro, dove spesso è un passaggio particolare e specifico che genera un’emozione o un’opinione. Perciò da qui nasce la possibilità che Bookliners offre di andare direttamente nel libro per condividere le proprie opinioni ed i propri pensieri con tutti o solo con alcuni lettori.
CCV: Esatto. Diciamo che una base di questo progetto è appunto l’idea di unire la parte social ad un qualcosa di specifico sul libro. A differenza della musica, dove le modalità di fruizione comuni riguardano comunque tempi più brevi o quantomeno riducibili alla durata di un singolo pezzo o di un album, per quanto riguarda i libri oltre al momento dedicato alla lettura non manca poi quello dedicato alle riflessioni ed ai commenti, su cui le persone tornano poi spesso a distanza di tempo. Quindi diciamo che questa particolare dilatazione nel tempo propria del libro secondo noi necessitava della costruzione di una modalità di incontro specifica. Oltre all’ambiente social classico però, in cui Bookliners presenta comunque in più rispetto ad altre piattaforme la connessione editore-lettore-autore, abbiamo trovato fondamentale la parte dedicata al commento sul libro, proprio perché è lì che le persone possono andare a costruire insieme una discussione che si allunga nel tempo.
Questo particolare formato di Bookliners non potrebbe forse risultare congeniale per libri di trattazione tecnica, per esempio scientifica o giuridica o saggistica, o comunque per qualsiasi testo che può richiedere una comprensione collettiva su certi punti?
LN: Lì dipenderà molto dagli editori che decideranno di partecipare, perché per fortuna o purtroppo il progetto è legato indiscutibilmente al fatto che gli editori ci credano e vogliano mettere a disposizione i propri contenuti. Diciamo che fra le derivazioni ideali una di queste è sicuramente quella legata alla consultazione professionale di alcune tipologie di testi
CCV: Il nostro commercialista infatti, per fare un esempio concreto, leggendo del progetto ha detto “Ma per noi una cosa così funzionerebbe benissimo!”
LN: Un altro discorso può essere quello degli universitari. A me piace molto immaginare che dentro Bookliners vi sia la possibilità di inserire quanti più testi universitari possibile, per diversi motivi. Primo perché, nonostante gli editori siano liberi di proporre i prezzi che vogliono, noi suggeriamo per il Booklin, la versione cioè accessibile online del libro, un prezzo che sia circa un terzo di quello di copertina, cioè più basso rispetto a quello dell’ebook. Questo, nel caso dei testi universitari, ci permetterebbe sicuramente di essere un valido competitor delle fotocopie, che per evidenti motivi di costi sono quasi una scelta obbligata degli studenti. Perciò invece di procurarsi una copia fotocopiata ed illegale, sarebbe senz’altro meglio poter comprare, a costi contenuti, la versione autorizzata ed ufficiale del libro, magari integrata dagli appunti del professore in aula. L’idea, poi, sarebbe quella di fare ciò che io facevo e che molti studenti tutt’ora fanno quando ci si scambia con un amico gli appunti di una lezione che, per motivi di voglia o di tempo, non si è seguita. Sarebbe fantastico fare tutto ciò direttamente su internet, all’interno di un ambiente social dove creare dei gruppi chiusi di amici con cui condividere le proprie annotazioni. Immaginare, inoltre, che qualche professore particolarmente informatizzato voglia arricchire il testo di corso con dei contenuti extra dandoli a disposizione agli studenti sarebbe poi senza dubbio davvero stimolante.
CCV: Avendo poi noi il controllo dell’accesso, nel caso in cui un editore concedesse alle persone iscritte ad un particolare workshop o ad un corso specifico di stampare quel tot di pagine, noi questo lo possiamo tranquillamente fare, cioè possiamo effettivamente far consultare tutto il libro e far stampare poi solo quel tot. E’ questo il vantaggio di poter creare una relazione diretta.
L’ebook o libro digitale, nonostante le cifre in ascesa, rimane ad oggi una realtà poco familiare, perlomeno in Italia. Bookliners, con la fruizione particolarmente digitalizzata che offre, potrebbe, in questo senso, diventare un incentivo per avvicinare i lettori a questo nuovo formato e ridurre un po’ la diffidenza che c’è verso di esso?
CCV: La nostra idea rispetto a questo è quella si poter essere una specie di punto di passaggio. Noi crediamo molto nel libro come contenuto, specie nel libro cartaceo perché è quello che di cui abbiamo maggiore esperienza; per l’ebook tutto è ancora molto da vedere. Attualmente ci sembra che la discussione sugli ebook sia ancora un po’ instabile, cioè non ci sono ancora degli standard, non si sa quali saranno i device più comprati e quindi quali saranno gli standard che si affermeranno. E’ tutto, perciò, ancora molto in movimento. A nostro avviso ciò che sembra molto importante è poter creare un qualcosa in cui poi, nel momento in cui la situazione sarà più regolarizzata, poter scegliere fra il formato cartaceo, digitale o Booklin costituisca una fruizione paritaria. Attualmente non è proprio così.
Come detto gli editori giocano un ruolo sicuramente essenziale all’interno del progetto. Nel catalogo di Bookliners, attualmente in discreta crescita, si è da poca aggiunta anche la Newton Compton con delle anteprime. Quali sono le novità che possono prospettarsi in questo senso e quali quelle che invece sono previste nell’immediato futuro, considerando poi anche il fatto che Bookliners si trova in rete ancora in versione beta?
LN: Gli editori già presenti sono stati i più coraggiosi ad entrare e, come spesso succede, i più piccoli sono quelli che hanno meno paura a buttarsi in una cosa nuova. Chiaramente la volontà di Bookliners è quella di essere il più trasversale possibile ed avere al proprio interno un grande numero di editori, anche per un’esperienza utente più gratificante. Al momento ci siamo limitati ad editori italiani, perché per motivi di forze e di capacità siamo stati costretti ad escludere l’ambito internazionale.
CCV: Sicuramente la cosa che ci piacerebbe di più sarebbe passare all’ambito internazionale il più presto possibile. Dall’esperienza italiana ci stiamo rendendo conto di quanto i contatti con gli editori siano una cosa che richiede moltissimo lavoro. Quando avremo la possibilità di sviluppare il progetto anche in ambito internazionale, ciò risulterà sicuramente agevolato da una situazione quantomeno già avviata.
LN: Al momento sul sito non è ancora possibile acquistare i Booklin, si possono leggere solo quelli gratuiti o le anteprime. Quando una persona compra un Booklin, pagandolo generalmente un terzo rispetto al prezzo di copertina, prima o poi probabilmente vorrà acquistare anche l’ebook o il libro cartaceo, perché noi siamo consci del fatto che leggere sullo schermo di un computer non sia la soluzione ideale per molti lettori. Quello che a noi dispiacerebbe in quel caso sarebbe far spendere due volte i soldi alle persone, che prima devono comprare il Booklin poi l’ebook o il libro cartaceo. Abbiamo dunque pensato di offrire in regalo a chiunque abbia comprato il Booklin e successivamente un’altra delle due forme di contenuto un Booklin delle stesso valore ed editore. Questo, da parte nostra, è inteso praticamente come un rimborso del valore speso per il primo Booklin, con in aggiunta un invito alla lettura di qualcosa di nuovo. Un aspetto divertente è che questi bonus possono anche essere regalati da un utente all’altro, quindi io che magari ho 5 bonus posso regalare a dei miei amici la possibilità di creare un gruppo di lettura insieme su quel libro!
CCV: Uno dei prossimi sviluppi sarà anche il fatto di poter creare degli abbonamenti, in maniera tale che le persone possano magari prima visionare in anteprima i vari contenuti e poi scegliere quale titolo acquistare.
Mettere direttamente in contatto lettori ed editori potrebbe anche spingere alcuni lettori/scrittori emergenti ad avvicinarsi, tramite Bookliners, a delle realtà editoriali che per forza di cose prima risultavano più lontane?
LN: Da un certo punto di vista il fatto di poter intervenire sul libro è secondo noi già di per sé una forma di scrittura, ma questo è solo un piccolo aspetto. Il fatto di essere in contatto con gli editori sicuramente avvicina, ma da qui dire che possa esserci la facilità di proporre i propri contenuti è un po’ troppo per quanto ci riguarda, cioè non possiamo dire di essere in grado di poter fare questo. Quello che invece può essere un possibile sviluppo futuro è l’idea di avere una sezione particolare di Bookliners, in cui gli utenti possano proporre i propri contenuti; la community potrà scegliere fra questi i migliori che andranno poi in evidenza ed a disposizione degli editori affinché loro ne possano dare un giudizio. Bookliners e tutti gli editori che vi partecipano, tra l’altro, è assolutamente in linea con tutti i discorsi che sono legati all’editoria non a pagamento, ragion per cui credo che dei simili presupposti possano tranquillamente permettere sviluppi di questo genere, che però una volta avviati non dipendono più dalla nostra piattaforma e devono perciò fare riferimento a delle situazioni esterne.
In ultimo, quali sono le vostre valutazioni sullo stato attuale di Bookliners e quali invece gli auspici per il futuro?
LN: In questi giorni ci sono stati diversi proclami di piattaforme ancora in preparazione, che promettono di proporre una tipologia di servizio simile a quella di Bookliners, cioè di condivisione delle note. Per fare alcuni nomi cito Google Edition o Amazon, ma i progetti sono diversi. A me piace moltissimo l’idea di essere piccoli e soprattutto italiani, di avere avuto l’incoscienza o forse il coraggio di uscire con una beta la quale certamente non è ancora molto praticabile nella sua fruibilità, ma che comunque è un atto di personalità. Ovviamente la competizione di questi grandi nomi di certo non è una cosa che ti fa stare tranquillo, però senz’altro abbiamo l’orgoglio di essere italiani e quello di costruire un qualcosa in collaborazione con gli editori, senza essere quindi loro subordinati, inserendoci all’interno di questa battaglia che ci vede sicuramente sotto dimensionati ma che ci fa sperare che gli editori abbiano il coraggio di credere in un progetto che sicuramente li avvantaggia e li può vedere protagonisti.
CCV: Uno dei prossimi sviluppi non appena ne avremo le forze sarà la possibilità ovviamente di avere a che fare con device mobili, che senza dubbio è un elemento importante. L’auspicio poi, come dice Luca, è quello di vedere gli editori finalmente consapevoli del fatto che Bookliners è un qualcosa che gli conviene. Si parla tanto del web come fattore di rischio per i giovani, indotti attraverso internet a leggere sempre meno. In realtà noi abbiamo sempre avuto l’impressione che i ragazzi sul web si abituino a leggere. Ora, l’elemento importante è che ci siano dei contenuti con dei valori, e che magari ci si aiuti a vicenda leggendo insieme anche per costruire un senso critico. Con Bookliners speriamo di poter arrivare a questo.
Intervista a cura di Andrea Camillo