“Siamo davvero al capolinea. È necessario che l’attuale direttore generale, Mauro Masi, prenda atto che la sua esperienza è finita“. Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, è intervenuto ieri sulla delicata questione che riguarda la tv di Stato, rimettendo al dg ogni responsabilità.
“Il Parlamento – ha aggiunto Bersani – si faccia carico da subito di un provvedimento di riforma della governance del servizio pubblico. Qualsiasi ulteriore ritardo rischia di far precipitare la Rai in una crisi irreversibile. La vicenda Rai è l’ennesima dimostrazione che questo governo – ha concluso il leader dei democratici – lascia marcire i problemi”.
Problemi che finiscono per invadere l’agone politico, aprendo a scontri incrociati tra la maggioranza e l’opposizione. “La Rai è allo sbando – ha rincarato il centrista Pier Ferdinando Casini – La dirigenza rimetta il suo mandato, andando avanti così si fa il gioco di Mediaset e di Sky”. Ma il portavoce del presidente del Consiglio, Paolo Bonaiuti non ci sta e agli avversari politici ribatte piccato: “E’ bastato toccare le vecchie fortezze edificate dalla sinistra in tanti anni di dominio assoluto sulla Rai – ha detto – per scatenare le ire del leader democratico, che ora teme i risultati positivi del lavoro del direttore generale”.
Un concetto ripreso dal capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: “Il segretario del Pd continua con tutto il suo seguito – ha scandito – a lanciare minacce verso il servizio pubblico che nascono dalla concezione proprietaria della Rai tipica della sinistra”.
Ricorre alla “canzonatura”, invece, Alessio Butti, capogruppo Pdl in Vigilanza Rai: “Un leader in fase di rottamazione, per usare un termine caro al sindaco di Firenze – ha detto riferendosi a Bersani – anziché pensare alla propria sopravvivenza politica discetta leggiadramente sulle complesse vicende della Rai, che fa ascolti, transita al digitale con professionalità, cerca di mettere un po’ di ordine in un momento difficile. Bersani cosa fa? – ha ribadito Butti – Pensa alla rottamazione di Masi“.
Ma il clima nei piani alti di viale Mazzini è tutt’altro che sereno. L’ultima scintilla è esplosa ieri quando il direttore generale ha tentato di “forzare” le nomine di Susanna Petruni al timone di Rai2 (al posto di Massimo Liofredi) e di un esterno al posto di Corradino Mineo a Rainews 24. Proposte considerate irricevibili da buona parte del cda (rinviato a giovedì 4 novembre), che ha minacciato fuoco e fiamme.
I consiglieri d’opposizione Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentiis hanno ieri recapitato una lettera al presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, per accelerare i tempi di un intervento considerato improcrastinabile: “Siamo molto preoccupati per lo stato di salute dell’azienda – hanno scritto – se da un lato assistiamo a un‘invadenza impropria per condizionare i contenuti della programmazione che non ha precedenti, dall’altro gli indicatori economici mettono a forte rischio la stessa continuità aziendale, mentre sul tema delle nomine – hanno notato – confusione e dilettantismo regnano sovrani”.
Maria Saporito