Ruby, il “bunga-bunga” e le strane favole del premier

La ragazza minorenne che scuote nelle ultime ore la poltrona del premier, da tempo in equilibrio assai precario, ha alle spalle una lunga serie di guai, di furti e fughe, di incontri “fortunati” e feste mondane. Ruby, balzata dalla miseria della periferia siciliana alla splendente corte del Cavaliere, salvata e punita allo stesso tempo dalla sua avvenenza. Il suo nome è ora su tutti i giornali, accanto a quelli di Berlusconi, del “fido” Emilio Fede e del sempre più discusso Lele Mora.

Ruby (il suo vero nome è Karima) risiede ufficialmente da sette anni a Letojanni, un piccolo centro della riviera jonica a due passi da Taormina. Il padre è un venditore ambulante, la madre una umile casalinga.

A imprimere una svolta alla misera vita della marocchina minorenne, giunge Emilio Fede, il quale nota l’avvenente ragazza (poco più di una bambina) a un concorso di bellezza. Di qui la segnalazione all’amico e impresario Lele Mora, “intenditore” di bellezze, fino a giungere al traguardo: la corte del premier, dove Ruby gioca al “Bunga-bunga”.

Non basta: la bella marocchina deve aver toccato il cuore dei suoi benefattori a tal punto da meritarsi la benevolenza di Palazzo Chigi che, facendola passare per la nipote del presidente egiziano, ne ha raccomandato l’uscita dalla Questura in seguito a un furto di cui la bella Ruby si è resa protagonista.

Ora la ragazza, finita nel ciclone della polemica, tenta di spiegare tutto. “Sono stata ad Arcore solo una sera e quello che raccontano i giornali sono cazzate“, racconta ai cronisti. “Dietro questo polverone c’è una sola persona, il giudice Pietro Forno – rilancia Ruby – Mi ha usata per attaccare il premier”. E ancora: “Sono dispiaciuta, vedo coinvolte persone che mi hanno aiutato senza chiedere niente in cambio“.

Niente in cambio. Lei, però, al termine della cena ad Arcore qualcosa ha ottenuto. “Il premier – rivela la marocchina – mi ha regalato una collana di Damiani e dato una busta. Tornando, mentre ero in taxi, l’ho aperta e c’erano 7mila euro in contanti“.

A dare una spiegazione a questo assai rilevante regalino è lo stesso presidente del Consiglio, che a commento della vicenda, dichiara: “Sono una persona di cuore e aiuto le persone che hanno bisogno“.

Insomma, si tratterebbe di un affettuoso dono fatto col cuore. Un pacco regalo con collana, contanti, cena, amicizie importanti e impunità per furto.

Cosa abbia fatto Ruby per meritare tanto bene rappresenta l’ennesimo mistero di una delle tante favole italiane a cui in troppi, alle prese con crisi e disoccupazione, hanno smesso di credere da un bel po’ di tempo.

Raffaele Emiliano