“Burke & Hare”: la nuova black-comedy del regista di “Animal House”

Un regista che ha lasciato il segno nella storia del cinema, John Landis. E lo ha sempre fatto all’insegna della commedia, genere sottovalutato e che di solito non assicura fama imperitura ai suoi fautori. Ma Landis è padre di due film-cult come Animal House e The Blues Brothers e non è difficile capire perché ci fosse tanta attesa per il suo ritorno sugli schermi dopo 10 anni di assenza. Anche questa volta un film assurdamente ironico, caustico e tagliente, dotato di un registro grottesco da Black-comedy, presentato in anteprima mondiale al Festival del Film di Roma.

William Burke e William Hare (Simon Pegg e Andy Serkis) sono due uomini che cercano di sopravvivere nella Edimburgo del 1820. Quando recuperano un cadavere e lo rivendono al Dr.Knox (Tom Wilkinson), un medico che vuole dissezionarlo, capiscono che possono tirare sù un’attività remunerativa trafficando corpi senza vita. In tutto questo ci si mettono di mezzo un mediocre e ambizioso capitano della milizia, la furba moglie di Hare e la bellissima Ginny (Isla Fisher), ex-prostituta di cui Burke si invaghisce: tutti elementi che cambiano la direzione della storia e complicano le cose ai due protagonisti.

Lungi dal firmare una commedia fine a sé stessa, in realtà Landis svela sottobanco le angherie e i soprusi commessi in nome di quello che siamo soliti definire “progresso”; e lo fa, tra l’altro, inserendo nei personaggi minori anche Charles Darwin e citando la sua crudele quanto veritiera teoria dell’evoluzione. D’altro canto Landis non rinuncia al parallelismo tra cinema e teatro, inserendo una rappresentazione del Macbeth che funge da chiave di lettura morale dei due personaggi principali; né diavoli né eroi, spinti a compiere certe azioni per pure esigenze di sopravvivenza (e, in parte, per amore). Ma il giudizio della società non può essere empatico come quello dello spettatore, e il regista ce lo ricorda nell’impietoso finale.

Tutto questo Landis lo dice senza ricorrere neanche per un’istante al dramma, conservando intatto un ritmo incalzante, un sarcasmo pungente e satirico e delle gag comiche non sempre originali ma ben costruite. In sostanza, facendo ridere tanto e – talvolta – con quell’umorismo che Luigi Pirandello definiva il “sentimento del contrario”, capace di svelare dietro una superficie apparentemente banale delle verità disturbanti. Al servizio di Landis, Simon Pegg (L’alba dei morti dementi, Hot Fuzz) si conferma il nuovo volto della commedia britannica, capace di ricorrere in questo film anche a leggere e sottili sfumature drammatiche.

Roberto Del Bove