Il regime di Pyongyang apre le frontiere ai cittadini della Corea del sud

Sabato 30 di ottobre è una data che difficilmente sarà dimenticata da un centinaio di cittadini sudcoreani. Per la prima volta dopo 60 anni, il governo nordcoreano di Pyongyang ha aperto le sorvegliatissime frontiere e ha dato l’opportunità ai cittadini della Corea del Sud di ricongiungersi con parenti e amici che vivono al nord.

L’appuntamento che durerà tutto il fine settimana è stato organizzato da tempo, in una località del monte Kumgang. A partecipare sono 97 nuclei familiari, mentre oltre 80mila sudcoreani avevano chiesto di poter riabbracciare i parenti lontani. La settimana prossima toccherà ai nordcoreani oltrepassare la frontiera per poter vedere i parenti a Seul. Gli incontri a cui parteciperanno in totale circa 403 persone tra i 12 e i 96 anni, sono stati organizzati dalla Croce Rossa nel tentativo di allentare la tensione tra le due Coree. In un censimento del 1988, 127mila cittadini sudcoreani dichiararono di avere almeno un parente disperso nella Corea del Nord, ma 45mila sono morti senza avere la possibilità di ricongiungersi con i loro cari.

.È dalla guerra del 1950-53 tra le due Coree che una tale occasione non si ripeteva. Un appuntamento che ha corso il rischio di essere cancellato dall’escalation di violenza tra i due paesi. A marzo, infatti, la corvetta sudcoreana Cheonan fu affondata da un siluro, e nell’incidente morirono 46 marinai. Seul accusò il governo nordcoreano di essere il responsabile dell’attacco, anche se quest’ultimo ha sempre negato. Solo venerdì, inoltre, dei militari nordcoreani aprirono il fuoco contro soldati sudcoreani, sulla linea di confine che separa i due paesi.

La guerra tra le due Coree iniziata 60 anni fa, formalmente non è mai finita. Infatti non è mai stato firmato un trattato di pace tra i due paesi, e il precario equilibrio di convivenza si regge grazie ad un armistizio. Armistizio che è il più lungo della storia e che fu sciolto unilateralmente un anno fa, il 25 maggio del 2009, dalla Corea del Nord.

Annastella Palasciano