Resa ufficiale la data della “serrata” dei luoghi della cultura

Ufficializzata una “serrata” dei luoghi di cultura in data 12 novembre. Federculture e ANCI organizzano un’iniziativa per muovere l’opinione pubblica di fronte ai tagli apportati alla cultura.

A luglio, nel documento uscito dall’assemblea generale di Federculture, si erano ipotizzate iniziative di mobilitazione nazionale contro quanto sancito dalla manovra finanziaria approvata col decreto legge 78 (covertito in legge n. 122 del 2010). A seguito di uno studio delle norme, l’associazione si è detta convinta che la “manovra, così concepita, non comporterà un reale e significativo vantaggio in termini di contenimento dei costi, giungendo invece solo a negare l’esistenza stessa di enti e soggetti culturali che producono effetti positivi sull’economia e che hanno un valore storico e culturale importante” (Documento politico del 6 ottobre).

In collaborazione con l’ANCI, Federculture, che riunisce i soggetti pubblici e privati che gestiscono le attività culturali, ha così promosso una chiusura di musei, aree archeologiche, monumenti e biblioteche e la sospensione degli eventi e degli spettacoli, nella giornata del 12 novembre. L’iniziativa “Porte chiuse Luci accese sulla cultura” si propone come  una mobilitazione nazionale a difesa del diritto alla cultura, che possa sensibilizzare sugli effetti a breve termine che la manovra finanziaria avrà in Italia.

Contro i tagli, ma non solo: da più voci è giunta preoccupazione anche per le prescrizioni contenute nella manovra, come la riduzione dell’80 % delle spese per mostre o eventi culturali. Nelle motivazioni ufficiali della “serrata” si legge: “La manovra contiene un insieme di norme che colpiranno in maniera indifferenziata le attività culturali e la capacità d’intervento pubblico nel settore, mortificando il lavoro delle associazioni e del sistema delle imprese private con effetti finali negativi sui servizi offerti ai cittadini, sull’occupazione, sull’economia dei territori e perdite per l’erario. Si arresterà in questo modo il processo di modernizzazione e di crescita dell’intero settore, ledendo così il diritto all’accesso alla conoscenza e la promozione dell’innovazione”.

Giulia Caterina Antonini