Berlusconi: Meglio guardare le ragazze che i maschi

Maledetti dietologi. Che sarebbe stato mai qualche chiletto in più? Bisognerebbe fare un decreto salvapopolo  per bandire definitivamente le bilance nei periodi di festa.
C’era proprio bisogno di rispondere “scherzetto” quando quel mattacchione di Silvio Berlusconi, travestito per l’occasione da Primo Ministro, si è fatto vivo alla vostra porta ponendovi la fatidica domanda?
Un dolcetto non sarebbe stato meglio? Va bene che non bisogna accettare nulla dagli estranei, e peggio ancora se certi personaggi li si conosce già, però, diamine, dopo sedici anni di chiacchiere, sfrappole e bugie, era proprio il momento di cambiare?

Nel perpetuo carnevale italiano dove ci si maschera un po’ per celia, un po’ per vergogna, i bagordi non finiscono mai e anche i travestimenti rimangono addosso, insieme ai ceroni e alle parrucche.
Oggi Silvio Berlusconi, evidentemente ancora preso dall’euforia festaiola post Halloween, si è lasciato andare come un fiume in piena in una serie di dichiarazioni da meritare una puntata speciale di Blob. Intervenendo all’apertura della fiera del motociclo a Rho – Pero, prima ha seraficamente sostenuto che «è meglio interessarsi a una bella ragazza che essere gay», senza soffermarsi più di tanto sull’età delle fanciulle ma c’è chi vocifera che se sono particolarmente giovani, è meglio; poi ha reso noto i risultati di un sondaggio – non si è ben capito se effettuato tramite televoto – su quale sia il desiderio più sentito degli italiani, rivelando che «il governo intende ripresentare al parlamento una legge per le intercettazioni perché questo tema è nel cuore degli italiani».
Infine è ritornato sulla questione spazzatura in Campania sostenendo che «il Governo non può essere accusato, poiché abbiamo risolto la situazione», aggiungendo che qualsiasi colpa e disfunzione è da attribuire esclusivamente «alle istituzioni locali, che sono amministrate da una giunta di centrosinistra».
Adesso, però, qualcuno gli dica che la festa è finita.

Simone Olivelli