Berlusconi rassicura la Lega sul federalismo “entro Natale”, ma Bocchino lo frena ricordando il peso di F.li nelle commissioni e in parlamento “avremo le mani libere”,intanto il senatore Massida va verso il nuovo partito di Fini uscendo di fatto dal Pdl, Di Pietro invita il Pd a votare una mozione di sfiducia per stanare Fini, ma trova lo stop di Bersani, “vedremo il da farsi”.
Il Quirinale non interviene nel merito, “in nessuno degli scenari politici evocati”.
Alla luce di queste notizie, la situazione politica sembra tutt’altro che pacata, scontri, minacce, crisi e silenzi sono ancora all’ordine del giorno.
Ci hanno provato Berlusconi e Bossi, che si sono incontrati ieri ad Arcore dopo il vetrice della Lega. Nessuna novità, “l’incontro è servito per fare il punto della situazione” e ne “é emersa l’assoluta sintonia sui problemi concreti del Paese” si legge in una nota dei capigruppo della Lega.
Ma è possibile che sia proprio il leader del carroccio a trattare con il presidente della Camera, pare che ormai Berlusconi “non si fidi più di Granfranco”.
E Bossi lo rassicura, “ci andremo a parlare noi con Fini, dovrà darci garanzie sul percorso. Sarà una crisi lampo, vedrai, e si dovrà dimettere anche lui da presidente della Camera. Azzeriamo tutto. Ne dovrà uscire un nuovo espressione di questa maggioranza”.
E i finiani? Nell’attesa del possibile incontro con la Lega tendono a precisare che “la crisi c’è, non è un problema di chi la dichiara. Se Berlusconi resta asserragliato a Palazzo Chigi noi avremo le mani libere. Berlusconi rischia di essere vittima della sua debolezza” taglia corto Bocchino.
Interviene con fermezza anche il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano che in una nota fa sapere che “presta soprattutto attenzione alle scadenza di impegni inderogabili per il Paese. In particolare alla legge di stabilità e a quella di bilancio” cercando di indicare le priorità della linea politica e della prossima manovra finanziaria di Tremonti dopo il duro faccia a faccia sul voto in commissione.
L’opposizione, in tutto questo non può stare a guardare, c’è una mozione di sfiducia che Di Pietro ha fretta di presentare per Stanare Fini e cercare di far cadere il Governo. L’Italia dei Valori la voterebbe subito, ma Bersani continua a prendere tempo.
Alla luce di quanto continua ad emergere, la situazione non è delle migliori, siamo ad completo stop dei lavori in Parlamento, le grandi riforme annunciate non hanno trovato strada libera, i cinque punti per rilanciare il paese sono ormai incerti, come incerta la durata della legislatura.
Cos’altro occorre? Per tener stretta la Lega basta una buona parola sul federalismo fiscale, l’opposizione per ora, non ha ancora i numeri per mandare a casa Berlusconi, e ai finiani? Non si accontenteranno di qualche poltrona, di qualche ministero, di qualche legge, in realtà il premier non ha ancora chiare le richieste di Futuro e Libertà.
Su questo punto regna l’incertezza più oscura, se vogliono la caduta del Governo, perché non votano contro? Se vogliono rimanere nel Governo e continuare ad appoggiare Berlusconi, perché continuano a smarcarsi da lui?
Domande a cui solo il tempo ormai potrà dare risposta, ormai il paese attende, la famosa nottata ancora deve passare.
Matteo Oliviero