E’ un presidente della Repubblica a tutto campo, quello intervenuto oggi su vari temi scottanti del momento. Dopo aver visitato i Comuni veneti colpiti dall’alluvione e dopo aver condannato i giornali troppo presi dal gossip e scarsamente attenti ai problemi reali del Paese, Napolitano si è soffermato sulla legge finanziaria.
«C’è una grande confusione, un grande buio, il vuoto sulle scelte e sulle priorità nella destinazione delle risorse pubbliche – ha detto il capo dello Stato – Abbiamo un debito pesante sulle spalle e dobbiamo contenere la spesa pubblica. Ma non dobbiamo tagliare tutto. L’arte della politica consiste proprio nel fare delle scelte». E’ infatti assurdo – ha sottolineato il titolare del Quirinale – «che con un tratto di penna si possano cancellare gli impegni per la cooperazione allo sviluppo».
«Finché si ha un briciolo di responsabilità pubblica – ha spiegato Napolitano – non ci si può concedere il lusso del pessimismo. Dobbiamo essere ottimisti, sapendo qual è il prezzo della speranza, compiendo un’analisi lucida e anche impietosa delle prove che ci attendono».
Parlando all’assemblea del Cuamm, l’associazione dei medici per l’Africa che festeggia oggi il sessantesimo anno di attività, Napolitano ha dunque lanciato un invito a impegnarsi di più nel sostegno all’Africa. «Di tanto in tanto si parla di sviluppo dell’Africa, ma poi ce ne dimentichiamo – ha dichiarato – Eppure l’Africa è il paese da cui vengono schiere di immigrati in Europa alla ricerca di migliori condizioni di vita. Allora, ogni tanto, ne parliamo, ma le conseguenze che ne traiamo sono troppo deboli. Eppure lo sviluppo dell’Africa rappresenta un interesse fondamentale per l’Europa e per i paesi più sviluppati». Il presidente della Repubblica ha ricordato «le piaghe, le guerre, lo sfruttamento» di vaste aree del continente africano, con particolare attenzione per la Somalia e il Corno d’Africa, «paesi che rappresentano buchi neri, paesi abbandonati a se stessi».
A detta del capo dello Stato, esiste «un imperativo della solidarietà, che è uno dei fondamenti della nostra Costituzione, un patto che ci lega come italiani». Tuttavia – aggiunge con rammarico Napolitano – «dobbiamo dire che noi stiamo derogando a quei doveri di solidarietà. Tra l’ispirazione cristiana, che ha guidato i medici con l’Africa, e il dettato costituzionale c’è più di un’assonanza. C’è una convergenza sostanziale attorno al grande principio, al grande valore, all’imperativo della solidarietà, che è uno dei fondamenti della Costituzione».
Raffaele Emiliano