Il teatro è lo stesso, l’Ariston di Sanremo, ma è l’unica cosa che il Festival dei fiori e il Premio Luigi Tenco abbiano in comune. Per fortuna, avranno pensato in molti. Se lo storico Festival della canzone italiana sembra ormai da diversi anni rinchiuso in un limbo da cui stenta ad uscire, la rassegna dedicata allo storico e sfortunato cantautore di Alessandria è invece cresciuta negli anni, divenendo un punto di riferimento soprattutto per le nuove generazioni. L’edizione di quest’anno, che s’inaugura oggi e si conclude sabato 13, vede tra i partecipanti alcuni tra i nomi più apprezzati, affermati o promettenti della musica d’autore italiana.
Qualche nome? Vinicio Capossela, Carmen Consoli, Morgan; e poi ancora Nada, gli Avion Travel e Piero Sidoti, Targa Tenco per la migliore opera prima con l’album Genteinattesa. Ma il premo Tenco non è solo musica: sul Roof del teatro sono previsti anche incontri gratuiti con cantanti, autori e critici musicali. Un evento a tuttotondo, insomma, che trasformerà per pochi giorni la località ligure nel centro pulsante del nuovo fermento musicale italiano; che poi, a ben vedere, altro non è che una finestra sul futuro delle nostre sette note.
Tra i partecipanti anche un outsider che nella sua vita ha fatto di tutto – riscuotendo sempre grande successo – tranne la musica d’autore: ma a Renzo Arbore un’altra sfida è più che concessa. A 73 anni suonati uno dei grandi della radio e della televisione italiana (e tra l’altro grande amico di Tenco) torna a partecipare al Premio, dopo quasi sei lustri. “Fu proprio al Tenco, nel 1981, che presentai il mio primo disco, Ora o mai più, ovvero cantautore da grande – ha dichiarato Arbore ai microfoni di Repubblica – . E da grande, cioè 29 anni dopo, rieccomi qua”. Certo, non che la musica di Arbore abbia mai goduto dello status cantautoriale; ma è lui stesso a semplificare la questione: “[…]io canto canzoni scritte da me stesso – ha detto – quindi sono cantautore, in senso letterale“. Semplice, lineare, conciso. E con questa, verrebbe da dire, avanti tutta. Anzi, consentiteci la battuta: e con questa Indietro tutta.
Roberto Del Bove