A breve la cartella clinica potrebbe andare davvero in pensione.
Dopo la partenza dell’esperimento al Niguarda di Milano, anche al Policlinico “Agostino Gemelli” di Roma potrebbero terminare i “viaggi” per le corsie ospedaliere per rendere disponibile il prezioso documento al medico che deve farne uso, aggiornarlo a mano e portarlo con se durante le visite ai degenti o in sala operatoria.
La storia clinica del paziente potrebbe ora essere gestita con un semplice iPad.
Da qualche mese, infatti, presso alcuni reparti della nota struttura ospedaliera capitolina, tra i quali quello di Cardiologia, è partito il progetto SiPad, che prevede l’utilizzo dell’iPad Apple nel Sistema informativo interno del policlinico.
In via sperimentale, agli operatori sanitari sono stati forniti 20 di questi strumenti per consentire loro di accedere al sistema informatico dell’ospedale e, per ora, leggere tutti i dati clinici del malato.
L’obiettivo dichiarato è quello di dotare il personale medico di dispositivi mobili per leggere e aggiornare la cartella clinica in tempo reale man mano che gira per il reparto e fa le visite.
Fabrizio Massimo Ferrara, amministratore delegato di Gesi (Gestione Sistemi per l’Informatica), partner del Gemelli, ha spiegato che la sua società ha integrato l’iPad nel sistema sanitario del Policlinico dell’Università Cattolica di Roma per affiancarlo ai dispositivi esistenti e consentire agli utenti, gli operatori sanitari, di operare in piena mobilità.
Al Gemelli, ha spiegato Ferrara, ogni ora ci sono più di 35 mila accessi al sistema informatico e già sono informatizzati il ricovero in tutte le sue fasi, la prenotazione e programmazione delle prestazioni ambulatoriali e quelle per i pazienti ricoverati, la gestione delle impegnative e della cassa, le attività infermieristiche in reparto, la gestione “paperless” dei referti “digitalizzati”, la gestione “filmless” delle immagini radiologiche e la loro visualizzazione dai reparti, le attività dei laboratori e delle sale operatorie, la gestione del rischio clinico (con il braccialetto identificativo per ogni paziente), il prelievo “personalizzato” con l’identificazione certa del paziente e della provetta e la gestione delle cartelle cliniche.
Filippo Crea, direttore del Dipartimento di Medicina Cardiovascolare del Policlinico Gemelli, ha dichiarato che per ora si sta “usando l’iPad nel giro-visite, al letto del paziente, solo per leggere tutti i dati clinici del malato; possiamo anche vedere riportato sotto forma di grafico l’andamento temporale delle sue analisi del sangue, ausilio molto comodo per esempio quando è necessario monitorare parametri che variano rapidamente nel tempo, come gli enzimi di necrosi cardiaca”.
A breve termine, però, ci si aspetta di usare l’iPad anche per inserire nuovi dati nella cartella clinica elettronica del paziente e per guardare lastre o risonanze o altri referti, anche se lo stesso Crea si auspica che in futuro l’uso di dispositivi mobili esteso a tutti i medici possa semplificare anche lo scambio di opinioni e informazioni tra colleghi e tra medici di diversi dipartimenti cui un dato paziente è afferito.
“Attualmente sono stati consegnati una ventina di iPad e proprio in questi giorni abbiamo raggiunto i 1.000 accessi giornalieri tramite il tablet pc“, ha comunicato Giovanni Scavino, direttore del Sistema Informativo del Gemelli, che non nasconde l’idea di estendere il progetto a tutti i reparti.
Progetto il cui costo per la messa a regime “considerato che l’infrastruttura di rete wireless già è disponibile nel Policlinico, è essenzialmente quello dei dispositivi iPad. Piuttosto che installare altri pc fissi, l’utilizzo degli iPad può risultare un risparmio. Nei prossimi mesi studieremo un modello analitico che tenga conto di tutti i costi e risparmi, sia diretti che indiretti – ha aggiunto Scavino -. In generale, anche sulla base della letteratura e delle esperienze di altre realtà, mi sento fin d’ora di dire che l’utilizzo di dispositivi mobili comporta un aumento di efficienza e una riduzione dei costi”.
Marco Notari