Casa Alda Merini: salvo l’intonaco e i suoi scritti

Dopo la morte della poetessa milanese Alda Merini, la sua casa è apparsa da subito il luogo che su tutti avvrebbe potuto conservare il più fedele ricordo di lei: un piccolo appartamento in via Ripa di Porta Ticinese, al numero 47, soffocante e vecchio, che appare inizialmente quello di una “sciura” di una volta, quelli di una Milano color seppia, senza agi. Poi, l’appartamento si fa istantaneamente tetro di follia, e, infine, si spalanca candido di poesia.

In questo appartamento Alda Merini viveva in affitto. Dopo la sua morte, la proprietaria necessitava di tornarne in possesso e tantissimi amici o ammiratori si sono mossi affinché il Comune intervenisse, comprando l’appartamento e dedicandoglielo. In questi casi, però, la strada è lunga, fatta di inciampi burocratici e di priorità che incalzano, e il Comune, che non poteva farsi carico delle spese museali senza che vi fosse la donazione degli eredi, non ha comprato la casa, ma si è impegnato a trovarne una sede e ad allestire un museo che riproducesse l’abitazione, la cui gestione sarebbe stata lasciata a un finanziatore privato.

Il dispiacere che la casa di Alda Merini fosse perduta, però, lasciava dolore in molti, fra tutti l’amico musicista Giovanni Nuti. Quella casa non solo possedeva gli odori e i segni della vita della poetessa, ma teneva scritto sui suoi muri molto di quella vita, muri che ora rischiavano l’imbiancatura. C’è chi segna il suo corpo con elaborati tatuaggi, chi con le rughe del tempo: tutti modi per abitarlo. Alda Merini ha abitato la sua casa in un modo simile: lei che amava scrivere, l’ha riempita di segni, note e appunti. Segni e “segnacci”, con penne diverse e alcune sbiadite, storti numeri di telefono quando doveva prenderne nota, frasi, pensieri e vignette.

Fortunatamente quei muri ora  potranno essere conservati. L’intonaco scritto e disegnato, per cui tanto si temeva, verrà asportato dall’appartamento di via Ripa Monti e ricomposto. Il museo dedicato alla poetessa, la cui inaugurazione è prevista in marzo nella ex fornace di via Gola, potrà godere dei muri originali e della porta di ingresso carica di adesivi e dei biglietti degli amiratori.

L’assessore alla cultura Finazzer Flory, responsabile del progetto, così commenta: «Il trasferimento delle scritte originali e della porta permetterà di riprodurre le atmosfere della casa della poetessa nella nuova struttura. Ricreare il vissuto di quegli ambienti sarà fondamentale per far diventare quegli spazi luogo di ispirazione per i giovani. Verranno riprodotte fedelmente le due stanze con gli arredi e il materiale che era nella vecchia abitazione» (La Repubblica).

Giulia Antonini