Il sindaco di Adro: “Mi sento preso in giro”

Oscar Lancini non l’ha presa bene. Di fronte all’ordinanza del tribunale che, su ricorso della Cgil, nella giornata di lunedì ha condannato l’amministrazione pubblica di Adro alla rimozione dei 700 ‘Soli delle Alpi’ a spese del Comune stesso, il sindaco leghista ha detto di sentirsi “preso in giro”. Ed ha aggiunto che farà ricorso il prima possibile.

La questione di Adro e della sua ormai nota amministrazione leghista torna a far discutere. Si spera per l’ultima volta.

Tutto è (ri)cominciato lunedì, quando il tribunale di Brescia ha emesso un’ordinanza che condanna l’amministrazione di Adro a pagare per la rimozione dei centinaia di simboli ‘leghisti’ andati a ‘decorare’, suscitando polemiche su scala nazionale, una delle scuole cittadine. Il Tribunale ha inoltre stabilito che il Comune deve pagare tutte le spese processuali e la pulitura dei simboli. Ma non è tutto. L’amministrazione deve adoperarsi affinché  la sentenza venga pubblicata sui principali quotidiani locali e nazionali e – ancora – deve fare in modo che la scuola stessa esponga la bandiera italiana e quella dell’UE per almeno una settimana.

La sentenza non è andata giù al primo cittadino di Adro. Lancini ha ammesso di non aver ancora letto con attenzione l’ordinanza. Ma se è vero ciò che emerge, dice, la sentenza va in senso opposto a quelle “del 2005 per il caso di Carrù (Cuneo), e di ottobre per Cividate al Piano (Bergamo), secondo le quali il Sole delle Alpi non è simbolo politico. In caso contrario, non avrei messo i soli”.

Il controverso sindaco continua la propria difesa. “Non si tratta di simboli politici”, dice. “Sono un sindaco e mi ritengo parte dello Stato italiano. Questa ordinanza mi mette in difficoltà: a questo punto tutto è opinabile dalla magistratura”. In uno slancio che suona quasi patriottico, il primo cittadino della Lega Nord fa appello alla sensibilità del Presidente della Repubblica, chiedendogli polemicamente: “In che Repubblica siamo?”.

“La sentenza è ingiusta. Perciò ricorreremo”, ha concluso Lancini.

Gianluca Bartalucci

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