In Corso d’Italia non si avverte troppo l’assenza di Guglielmo Epifani. La nuova segretaria della Cgil dimostra un brillante spirito di iniziativa e non esita a proporre al governo un pacchetto di misure per combattere la crisi. Nel corso della sua relazione introduttiva al direttivo nazionale della Cgil, Susanna Camusso chiede all’esecutivo “il varo di una manovra economica che consolidi il debito pubblico attraverso l’istituzione di una patrimoniale alla francese sulle grandi ricchezze per mettere il paese al riparo dalla speculazione finanziaria”. Ma non solo: la sindacalista auspica anche l’avvio immediato di una “discussione pubblica, prima del Consiglio Europeo del 16 e 17 dicembre, che metta a conoscenza le parti sociali e l’intero paese su quanto richiesto dalle regole del nuovo patto di stabilità europeo”.
Tali misure – spiega la Camusso – andrebbero adottate con urgenza, al fine di evitare che l’Italia “si trovi senza saperlo da gennaio con la necessità, imposta dalle nuove regole del patto di stabilità, di varare manovre per giungere al dimezzamento del debito pubblico nei prossimi quattro o cinque anni. Per questo – sottolinea la sindacalista – serve un consolidamento dei conti pubblici e l’avvio di una discussione sul patto di stabilità europea“. Una manovra ‘necessaria’ per non “replicare decisioni di finanza pubblica come quella di luglio”. “Il governo – attacca la Camusso – la smetta di nascondere la gravità della situazione e i rischi che il nostro paese senza un consolidamento del debito può correre in prospettiva”.
Il leader della Cgil se la prende con chi non ha individuato “nel corso di questi due anni regole condivise sulla finanza”. Ora, spiega la Camusso, “c’è una nuova fase caratterizzata dalla speculazione finanziaria e dall’attacco all’euro” e ciò denota “un peggioramento della crisi economica e sociale”. Il rischio è che “quanto sta accadendo possa non fermarsi ai piccoli paesi”.
Quanto al rapporto con gli industriali, la sindacalista promette che la Cgil non abbandonerà i tavoli con Confindustria. “La Cgil continuerà la discussione con Confindustria – spiega – non abbiamo nessuna intenzione di abbandonare quei tavoli”. “I prossimi 15 giorni saranno decisivi per valutare se ci saranno le condizioni per un accordo”, dice la Camusso rassicurando come quello sulla produttività “sia un tavolo appena agli inizi su cui la Cgil non pensa ad un accordo che esautori la titolarità contrattuale delle categorie”.
Insomma, tra Cgil e Confindustria il dialogo è al momento possibile.
Raffaele Emiliano