E Berlusconi ripartì dalla rete. Dopo la giornata di Martedì trascorsa nel suo silenzio sommerso dalle proteste degli studenti e i giochi tattici di Fli in Parlamento, il Premier ha scelto il sito forzasilvio.it per tornare all’attacco. “‘Lasciamo agli altri le manovre e gli agguati di palazzo. Lasciamo agli altri le chiacchiere e le polemiche inutili. Noi continuiamo a lavorare e a cercare di comunicare ai cittadini le cose realizzate dal governo”. Torna di nuovo lo slogan del “governo del fare”, ma stavolta il senso che lascia è quello di una campagna elettorale pronta ad essere combattuta con ogni mezzo.
E infatti il Cavaliere promette che “saranno usate tutta una serie di nuove tecnologie”. E sulla fiducia avverte che se il 14 dicembre non ci sarà una fiducia forte si tornerà a votare. Un avvertimento che può essere letto sia come segno di debolezza che di forza. Infatti, se la linea dettata da Gianfranco Fini è quella di compattare il suo gruppo sulla sfiducia, è vero anche che i finiani, a pochi giorni dal delicato appuntamento parlamentare non sono così uniti nelle scelte da fare. E questo, secondo quanto scriveva Sara Nicoli sul Fatto di Martedì, grazie anche al lento lavorìo di Gianni Letta: “Pare che l’eminenza azzurra abbia suggerito (alle colombe finiane guidate da Silvano Moffa) di uscire dall’aula della Camera al momento della sfiducia”. Ciò abbasserebbe il quorum e permetterebbe a Berlusconi di continuare a governare, anche se con un minimo scarto di voti.
La notizia è però che anche l’Udc presenterà una mozione di sfiducia, e in questo caso le cose si complicherebbero: con la mossa di Casini il 14 dicembre potrebbe formalmente diventare il giorno del “tutti contro uno”. E allo stesso leader cattolico i numeri non interessano: il problema “non sarà tanto se il governo avrà un voto in più o in meno, ma come si governa il paese. C’é la necessità di un governo di responsabilità più ampio e di come superare questa fase politica.” Il come, ovviamente, non è ancora chiaro; mentre è assodato che un eventuale governo di transizione non vedrà Berlusconi sullo scranno più alto del Parlamento.
Insomma, questi ultimi 12 giorni saranno vissuti col patema e l’incognita di alleanze trasversali che sembrano ormai assodate e possibili tradimenti di qualche finiano. Una situazione nella quale è impossibile qualsiasi previsione. Nemmeno quella di Umberto Bossi, che ribadisce la certezza che l’esecutivo supererà tranquillamente lo scoglio della fiducia. La Lega ormai sta giocando gli ultimi minuti della partita dagli spalti. Ed è già pronta per un nuovo match. Forte del fatto di essere l’unica formazione che non uscirà distrutta da questa crisi di governo.
Cristiano Marti