Questa volta gli studenti hanno occupato Palazzo D’accursio di Bologna. I manifestanti sono partiti dal Comune dove, in 300, hanno scavalcato la cancellata che chiude lo scalone dei cavalli, a Palazzo d’Accursio. Da lì i primi arrivati hanno aperto una finestra: gli altri sono entrati da lì. Ancora una giornata di tensione per le vie del centro. Cinquecento manifestanti partono in corteo da piazza Verdi, diretti in Comune. Trovano porte sbarrate e catene ai cancelli. Qualcuno passa da una finestra e il gioco è fatto. Quando sono dentro i ragazzi calano il loro striscione (“Resisteremo un minuto di più”), rovesciano alcuni cestini e accendono un paio di fumogeni. Il cancello nel frattempo rimane chiuso e per un paio d’ore i vigili urbani bloccano gli accessi a tutti. Ci vuole l’intervento della Cancellieri per risolvere la situazione e permettere al resto del corteo di occupare il palazzo del potere. Subito dopo, i manifestanti riprendono la loro strada.
Anna Maria Cancellieri e il subcommissario Ricciardi, con il comandante dei vigili Di Palma sono arrivati alle 14.45 e hanno deciso di aprire il cancello dello scalone dei cavalli, per evitare che i ragazzi continuino a entrare dalla finestra rotta, cosa abbastanza pericolosa. La Cancellieri ha dichiarato: “Non ho niente contro gli studenti che protestano ma a diritti corrispondono doveri. Hanno commesso una effrazione, ci vuole civiltà, il Comune è un bene pubblico. Valuteremo se rivalerci per eventuali danni”.
Le manifestazioni degli studenti contro la riforma Gelmini continuano in tutte le città con lo slogan “Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città”; in effetti i manifestanti sono riusciti in varie occupazioni pacifiche di alcuni punti nevralgici delle più grandi metropoli ma la politica ancora non li ascolta. Cosa dovranno combinare per essere inclusi nelle decisioni riguardo il futuro dell’istruzione in questo paese?
Stefano Bernardi