“Il Paese è a rischio, il governo non fa nulla e non racconta la verità”. E’ questo l’allarme lanciato dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, nel corso della relazione conclusiva del Comitato Direttivo. “Il governo – ha tuonato il leader del principale sindacato della nazione – dovrebbe varare subito una manovra economica che consolidi la tenuta del Paese attraverso l’istituzione di una patrimoniale alla francese sulle grandi ricchezze, per mettere l’Italia al riparo dalla speculazione finanziaria”. Per la sindacalista, inoltre, in un Paese democratico, sulla definizione delle regole del nuovo patto di stabilità europeo, il governo dovrebbe aprire subito anche una discussione in parlamento e tra le parti sociali, da tenersi prima del Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre”.
Il numero uno dell’organizzazione sindacale, prima donna al timone della Cgil, ha parlato anche della delicata questione relativa alla trattativa tra Fiat e sindacati sul piano di rilancio dello fabbrica di Mirafiori. Come è noto, l’incontro di oggi non ha avuto un esito positivo, tanto che dalla stessa Casa automobilistica torinese hanno fatto sapere che “non esistono le condizioni per raggiungere un’intesa sul piano di rilancio dello stabilimento”. “Aspettiamo di vedere come evolve la situazione – ha detto la sindacalista – ma credo che a questo punto il tema vada rovesciato: non è più la Fiom che non firma gli accordi ma è la Fiat che non riconosce più il contratto nazionale e vuole uscire da Confindustria”.
Secondo la Camusso, Confindustria e Federmeccanica hanno inseguito le volontà della Fiat, con le deroghe al contratto, fin dove sono disposte ad arrivare – si è poi chiesta – in ragione del fatto che ogni volta la Fiat sposta l’asticella sempre più in alto?”
A conferma del fatto che i sindacati italiani sono ancora ben lontani da quella più volte auspicata unione, il segretario Cgil ha affermato, inoltre, di voler conoscere le opinioni di Cisl e Uil sul rapporto che intercorre tra un grande gruppo industriale e il contratto nazionale. Vedremo – ha concluso – se quello della Fiat è solo tatticismo o c’è dell’altro, per adesso l’urgenza è quella di definire le assemblee dei lavoratori, perché siano informati e possano decidere”.
Mauro Sedda