Sembrano un ‘Pozzo di San Patrizio’ le indiscrezioni e note filtrate e ricavate da WikiLeaks riprese dal giornale spagnolo El País.Tra le ultime ad aver destato interesse c’è, almeno dal 2006, l’Iran che sta cercando la possibilità di procacciarsi ed ottenere, in diversi paesi del Sud America, l’ uranio, in particolare dalla Bolivia e dal Venezuela.
Le comunicazioni tra il Dipartimento di Stato con le ambasciate degli Stati Uniti nella zona dimostrano che Washington ha analizzato, sin nei più piccoli particolari, l’interesse di Teheran in quello che di solito viene definito il concentrato di ossido di uranio ovvero: il cosiddetto “pasticcio giallo”.
Le note mostrano come i diplomatici degli Stati Uniti abbiano valutato, sin dall’accordo con una impresa canadese maggiore produttrice d’ uranio al mondo, di aumentare la loro produzione in Perú e secondo un commento di Avigdor Lieberman, Ministro degli Esteri israeliano, durante una sua visita, nel 2009 proprio in Perú ha notato e sottolineato l’ ‘eccessiva rappresentanza’ diplomatica iraniana in Bolivia e la particolare attenzione dimostata alla ricerca dell’uranio nel paese andino.
Ad ogni modo il giornale insiste, su quello che sta avvenendo in Venezuela, dove gli iraniani stanno sviluppando un’attività maggiore in relazione al poter ottenere, grazie al supporto e all’aperto sostegno del Governo di Hugo Chavez, maggior produzione di uranio.
Sempre, secondo un’altra fuga di notizie ricavate sa WikiLeaks, dall’altra parte, Clifford Sobel, ex ambasciatore degli Stati Uniti in Brasile, qualifica la politica di sicurezza del Brasile in Amazzonia come ‘paranoica’ cosi come il suo impegno nel voler costruire dei sottomarini nucleari ‘inutili’.
Tuttavia Sobel consiglia e raccomanda, in un paio di note diplomatiche che hanno la data di gennaio 2009, che il suo paese aiuta nel voler potenziare la capacità militare del Brasile per “supportare e sostenere gli interessi degli Stati Uniti” nella regione.
Maria Luisa L.Fortuna