Brembate Sopra, 3 dicembre. Mattinata di novità e nuove piste nelle indagini su Yara Gambirasio.Secondo la testimonianza di una passante, che ha immediatamente avvertito i carabinieri a fatti avvenuti, un giubbotto simile a quello che indossava la giovane al momento della sua scomparsa sarebbe stato lanciato da un’auto in corsa.
Pare che la donna, alla guida della sua auto, abbia incrociato la vettura nel momento in cui dalla stessa è stato lanciato all’esterno un sacchetto. Quest’ultimo conterrebbe un indumento visibilmente simile a quello della tredicenne scomparsa venerdì scorso. Il ritrovamento è stato fatto vicino a Mapello, nella stessa zona in cui si stanno maggiormente concentrando le ricerche da qualche giorno, seguendo la pista fiutata da uno dei cani molecolari provenienti dalla Svizzera, Jocker. I carabinieri hanno recuperato il sacchetto nel giro di pochi minuti ed il suo contenuto è ora sotto perizia scientifica.
La base per militari, protezione civile e volontari è stata spostata sulle rive dei fiume Brembo, per dar modo al palazzetto di tornare alla sua normale attività. Lo stesso è chiuso da qualche giorno a causa dei sopralluoghi necessari agli inquirenti. L’unico indizio è una presunta uscita da una porta secondaria della struttura da parte di Yara. Non è chiaro per quale motivo l’avrebbe fatto, visto l’allungamento del percorso verso casa.
Un coincidenza inquietante tra la sparizione di Yara e il caso di Sarah Scazzi consiste nel giorno della scomparsa di entrambe. Sarah il 26 agosto, Yara il 26 novembre. Dietro alla scomparsa della giovane ginnasta potrebbe quindi nascondersi un “imitatore”, magari traviato dall’enfasi mediatica del caso della 15enne di Avetrana.
Molto diverso è però lo scenario prospettato da un boliviano, che, riporta l’Eco di Bergamo, ha dichiarato di aver sostanzialmente incontrato Yara: “non ne ho parlato prima perché sono un semiclandestino e avevo paura che mi avrebbero cacciato dall’Italia. Yara l’ho vista sabato mattina, era seduta su una panchina a Bruntino (una frazione di Villa d’Almè), mentre stava scrivendo sopra un muretto”. Secondo l’immigrato la ragazza il giorno dopo la sua scomparsa era seduta su una panchina, intenta a scrivere, nel classico stile giovanile, “solo tu x me”.
Un elemento che farebbe presumere a una sorta di “fuga d’amore” o simili. L’ipotesi che la darebbe come “scappata di casa” è però osteggiata dalla totalità dei conoscenti della ragazzina, che asserisce con fermezza il fatto che la tredicenne non avrebbe avuto alcun motivo per fuggire. Suor Carla, preside della scuola di Yara, ha inoltre detto di ritenere la ragazza “troppo intelligente per farsi abbindolare – non sarebbe mai salita sull’auto di uno sconosciuto”, smentendo così anche un’altra ipotesi, quella riguardante il fatto che qualcuno possa aver prelevato la ragazzina convincendola in maniera non coercitiva e senza l’utilizzo di alcun tipo di violenza, promettendole però qualcosa di allettante in cambio.
A.S.