Afghanistan, visita sorpresa di Obama alle truppe americane

Barack Obama è volato in Afghanistan per far visita alle truppe americane. Un viaggio a sorpresa per far sentire la presenza del governo Usa anche in Medio Oriente, in un momento in cui Wikileaks sta creando molti intoppi a livello internazionale. Secondo i più maliziosi, la visita-lampo si deve proprio ai documenti segreti rivelati da Assange, nei quali il presidente afgano Karzai è descritto come corrotto e incapace. Un tentativo, quello americano, di salvare il cruciale rapporto con la diplomazia afgana e far sentire il sostegno alla missione di pace.

Resistere alle pressioni esterne e contrattaccare. È questo il motto di Obama. Introdotto dal generale David Petraeus, responsabile dell’esercito americano in Afghanistan, il presidente statunitense ha fatto visita alla base aerea di Bagram, situata a circa 40 km dalla capitale Kabul.

Nonostante la breve distanza che separa la base militare americana dalla capitale, sede del governo afgano, non ha potuto avere luogo il previsto incontro tra Obama e Karzai. Il maltempo e la scarsa visibilità ha infatti reso impossibile qualsiasi collegamento in elicottero tra le due città, causando l’annullamento della riunione. Una conversazione telefonica di circa quindici minuti ha tuttavia risolto l’impasse, facendo tornare il sereno nelle relazioni tra i due Paesi.

“Oggi possiamo essere orgogliosi del fatto che ci siano meno regioni sotto il controllo dei taleban – ha spiegato il Capo di Stato Usa davanti a più di quattromila soldati – e che più afgani possano avere un futuro di speranza. In quanto vostro comandante in capo, voglio anche che sappiate che faremo tutto il necessario per garantirvi una strategia, le risorse, l’equipaggiamento e la leadership per completare la missione”. Un messaggio chiaro di sostegno, vicinanza e solidarietà, soprattutto per distogliere l’attenzione da una guerra dispendiosa e sanguinolenta, che ormai si protrae da oltre nove anni.

“Ci aspettano giorni difficili – ha concluso Obama – ma i soldati americani possono star certi che gli Stati Uniti non permetteranno mai più ad Al Qaeda di utilizzare l’Afghanistan. Sono qui per dirvi grazie”.

 Un tentativo ben orchestrato, e probabilmente riuscito, per mettere decisamente una pietra sulle scomode rivelazioni rilasciate da Wikileaks. Una misura cautelativa che però non ha convinto appieno l’opinione pubblica internazionale, soprattutto per la rapidità dell’intervento, ma  che in futuro potrebbe rivelarsi molto utile per gli Stati Uniti.

Emanuele Ballacci