Crisi Margaritelli, forte preoccupazione tra i lavoratori

Preoccupazione e disillusione. Questi i sentimenti dei lavoratori della Margaritelli, azienda specializzata nella produzione di pavimenti in legno di alta qualità. Sono 360 i lavoratori dislocati tra i siti produttivi di Miralduolo e Mantignana (PG), che vengono da un semestre non brillantissimo in cui l’azienda ha operato un massiccio ricorso allo strumento della cassa integrazione straordinaria per crisi globale.

“Per giunta, i prossimi due mesi – comunicano in una nota le RSU di Miralduolo e Mantignana assieme alla Fillea CGIL – non promettono niente di buono tanto che lo spettro del famigerato 2010, da molti indicato come acme della crisi, sembra voglia proiettare la sua nefasta ombra ben oltre le frettolose e ottimistiche previsioni”. I recenti casi regionali di importanti realtà lavorative salite alla triste ribalta delle cronache non fanno che acuire il timore per una sorte che nessuno vorrebbe analoga.

“Il desiderio di tutti – prosegue la nota – è quello di riuscire a trovare un appiglio in un periodo di burrasca che ci consenta di guardare al futuro con maggiore serenità. Ma la quiete dopo la tempesta sembra ancora di là da venire. È per questi motivi – è scritto nel comunicato – che recentemente si è tenuto un incontro anche con l’Assessore alle Politiche del Lavoro Giuliano Granocchia, il quale si è dimostrato particolarmente sensibile alle problematiche esposte”.

Lunedì 6 dicembre si terrà in Confindustria, a Perugia, un nuovo faccia a faccia con la proprietà per puntualizzare lo stato della crisi e per cercare nuovi percorsi di intesa orientati ad uno sforzo sinergico, la cui risultante non può che essere la salvaguardia dei livelli occupazionali. Serve, dunque, dicono Rsu e Fillea Cgil, un piano industriale che riporti il lavoro nei siti umbri e che rilanci quindi le prospettive produttive nella regione, invertendo il trend e scongiurando ulteriori delocalizzazioni.

“Per dirla alla Kettering – conclude la nota – il nostro interesse è verso il futuro perché è lì che vogliamo spendere il resto della nostra vita”.

Mauro Sedda