“Il tavolo è ancora aperto, non facciamoci prendere dal nervosismo. Il negoziato deve procedere”. Intervistato dal ‘Corriere della Sera’, il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni, commenta così lo stallo registratosi ieri nella trattativa tra sindacati e Fiat per il futuro dello stabilimento di Mirafiori. “Qualcuno ha perso i nervi – dice Bonanni – Soprattutto da parte dell’azienda. La trattativa non è conclusa, è solo sospesa“. Il sindacalista si dice comunque convinto che i colloqui riprenderanno presto “con la pazienza di ciascuno nell’individuare cammini più sereni”.
“L’accordo – spiega il segretario generale della Cisl – si può fare benissimo e comunque, per quanto riguarda la Cisl, la cosa fondamentale è investire nell’azienda, innovare la produzione nella fascia alta e garantire così l’occupazione e più salario”. Bonanni di dice stupito da quanto riferito dal Lingotto, secondo cui non ci sarebbero più le condizioni per andare avanti: “Mi è sembrato un comportamento molto simile ai tavoli della politica – dice Bonanni – dove si fanno dichiarazioni per i polveroni mediatici più che per risolvere problemi”.
La trattativa ristretta tra Fiat e sindacati sul piano di rilancio dell’azienda a Mirafiori, si è conclusa ieri con una assai variegata posizione dei rappresentanti dei lavoratori: mentre il Fismic e l’Ugl hanno confermato la propria disponbilità a sottoscrivere l’intesa, la Fiom si è detta nettamente contraria. Tra le due opposte vedute Fim e Uil, che si sono invece riservate una decisione.
Un appello alla responsabilità delle parti è immediatamente giunto dal ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: “L’investimento ipotizzato da Fiat per lo stabilimento di Mirafiori – ha detto Sacconi – è talmente importante per il futuro dei lavoratori, del territorio, dell’intero gruppo e dell’economia italiana da meritare la ripresa del dialogo tra le parti”. A Sacconi ha fatto eco Cesare Damiano, capogruppo Pd alla commissione lavoro della Camera: “La trattativa Fiat va ripresa – ha dichiarato l’esponente democratico – La posta in gioco è troppo importante per fermarsi di fronte ai primi inevitabili scogli”.
Più aspro il giudizio di Susanna Camusso, nuovo segretario generale della Cgil: “Aspettiamo, ma credo che a questo punto il tema vada rovesciato: non è più la Fiom che non firma gli accordi ma è la Fiat che non riconosce più il contratto nazionale e vuole uscire da Confindustria. Confindustria e Federmeccanica – ha aggiunto la donna al vertice del più grosso sindacato italiano – hanno inseguito le volontà della Fiat, con le deroghe al contratto, fin dove sono disposte ad arrivare in ragione del fatto che ogni volta la Fiat sposta l’asticella sempre più in alto? Vorremo, inoltre, conoscere le opinioni di Cisl e Uil, sul rapporto che intercorre tra un grande gruppo industriale e il contratto nazionale”, ha concluso la Camusso.
Raffaele Emiliano