La sfiducia al governo? Una “bufala” per il presidente del Consiglio, una certezza per il numero uno di Montecitorio. Nel corso di un incontro promosso ieri dalla Cgia di Mestre, Gianfranco Fini ha ribadito i suoi convincimenti sull’attuale situazione politica, prefigurando l’imminente caduta dell’esecutivo guidato dal Cavaliere. “Credo che il Parlamento – ha detto il presidente della Camera – tra qualche giorno testimonierà quello che tutti sanno, e cioè che il governo non c’è più e che non è in grado di governare”.
“A me pare autolesionista e illusorio pensare – ha proseguito il leader di Fli – che con uno scatto di reni il governo si salvi per il rotto della cuffia grazie all’influenza di qualche deputato. Il Paese va governato e questo non vuol dire stare a palazzo Chigi. Il Paese va governato con tutte le forze responsabili comprese quelle che hanno vinto le elezioni. E’ inutile far finta che tutto vada bene, è illusorio, autoconsolatorio e non dà le risposte che si attendono gli italiani e i mercati”.
La ricetta proposta dal presidente della Camera è a base di “realismo e umiltà“: “Bisogna dire agli italiani – ha spiegato Fini – che dobbiamo ancora tirare la cinghia che le risorse sono poche e che occorre decidere, scegliere delle priorità come quella di ridurre il carico fiscale. Ma non si può dire ‘state tranquilli, tutto va bene’. Insomma – ha aggiunto il leader di Fli – compito della politica è fare delle scelte. E magari su questo fronte occorrerebbe anche trovare convergenze politiche più ampie“.
Come quelle che conducono a ipotizzare la costituzione di un governo di responsabilità nazionale (Berlusconi bis?), capace di scansare l’ostacolo delle elezioni anticipate che, secondo l’ex aennino, rappresenterebbero una minaccia insidiosissima alla stabilità del Paese. “Non si andrà a votare – ha affermato Fini – È il momento in cui l’Italia deve mettere sul tappeto 120 miliardi di euro in titoli: e con questi chiari di luna si va verso la campagna elettorale? Non si andrà a votare ma non si potrà continuare con la situazione che c’è oggi. Il capo dello Stato sa cosa fare – ha concluso – Non dico di più”.
Ma la fermezza delle sue parole ha insospettito il ministro Altero Matteoli che ha ipotizzato l’esistenza di un asse tra il Quirinale e Montecitorio sulla volontà di non ricorrere alle urne in caso di caduta del governo Berlusconi. Da qui la “smentita” ufficiale del capo dello Stato che in una nota ha precisato: “Nessuna presa di posizione politica di qualsiasi parte può oscurare il fatto che ci sono prerogative di esclusiva competenza del presidente della Repubblica“. Una dichiarazione asciutta, con la quale Giorgio Napolitano ha voluto ribadire l’autonomia delle sue scelte e invitato le varie parti politiche alla cautela, in attesa delle votazioni del 14 dicembre. Soltanto allora scopriremo a quale governo Napolitano abbia eventualmente pensato di far mangiare il panettone.
Maria Saporito