Nel suo intervento a conclusione del X Forum del progetto culturale dedicato all’anniversario dell’Unità d’Italia, il cardinale Camillo Ruini si è soffermato sul delicato momento che sta vivendo la nazione.
“Con questo Forum – ha spiegato Ruini – confidiamo di aver dato un sia pur modesto contributo alla realizzazione dell’auspicio, formulato dal nostro cardinale Angelo Bagnasco, ‘che possa sorgere una generazione nuova di italiani e di cattolici che sentono la cosa pubblica come fatto importante e decisivo'”. Tra gli obiettivi del Forum, il principale è stato non a caso quello di indicare una prospettiva “sia per l’Italia come popolo e nazione, sia per la Chiesa in Italia, sia specificamente per i laici cattolici, nelle loro proprie responsabilità”. La Chiesa non può e non deve tirarsi indietro davanti alla sua missione, ha sottolineato Ruini, riferendosi anche a quanti, nel corso del Forum, hanno sostenuto che i cattolici nel loro impegno dovrebbero mostrarsi “decisamente guelfi”: “Al di là del ricorso al termine guelfi, che può dar luogo a diverse interpretazioni – ha precisato il cardinale – non posso non condividere la convinzione che essere veramente, e vorrei dire semplicemente, cattolici è la premessa ineludibile per un impegno che sia storicamente efficace e al contempo davvero orientato in senso cristiano e cattolico. A questo fine, nella situazione attuale, bisogna saper reagire a quella “secolarizzazione interna” che insidia i cattolici e la stessa Chiesa“.
Ruini passa poi alla vera e propria analisi politica del momento. “Avendo seguito in maniera costante e partecipe le vicende della politica italiana dall’ormai lontano 1948 – dichiara l’alto esponente della Chiesa – posso dire che mai, nemmeno nelle situazioni che avrebbero dovuto essere più favorevoli, come ad esempio quelle dei governi De Gasperi dopo le elezioni del ’48, l’esecutivo ha goduto nell’Italia repubblicana di una vera e sicura stabilità“. L’assenza di una piena stabilità, ha sottolineato Ruini, “è un elemento di debolezza relativa dell’Italia in confronto agli altri grandi paesi europei”. Perciò, ha aggiunto, “pur tenendo ben presente il chiaro monito della Centesimus annus che ‘la Chiesa rispetta la legittima autonomia dell’ordine democratico e non ha titolo per esprimere preferenze per l’una o l’altra soluzione istituzionale o costituzionale’, ritengo, come opinione puramente personale, che un contributo al funzionamento del nostro sistema politico potrebbe venire da un rafforzamento istituzionale dell’esecutivo, naturalmente nel pieno rispetto della distinzione tra i poteri dello Stato”. “Per la medesima ragione – ha concluso il cardinale – mi sembra importante mantenere, in una forma o nell’altra, un sistema elettorale di tipo maggioritario“.
Raffaele Emiliano