Restauro Colosseo, flop della cordata e proposta Della Valle

La cordata per l’illustre Colosseo ha fatto flop.

Dei quindici potenziali finanziatori delle opere necessarie per ridare splendore all’arena più famosa al mondo nessuno è rimasto in gara.

“Non sono emerse offerte valide – afferma il direttore generale del Mibac, l’architetto Roberto Cecchi – Non avevano i requisiti richiesti nel bando. Tutto qua. Ora cercheremo di realizzare una procedura negoziata con chi si offre”.

Chiaro il riferimento a Diego Della Valle, l’unico disponibile a spendere davvero soldi per i lavori ma che non ha partecipato al bando, facendosi sentire con una mera lettera di intenti.

All’apertura delle buste, il 31 ottobre, la delusione è stata generale e la lettere del patron di Tod’s è diventata un’ancora di salvataggio, anche per l’immagine dell’amministrazione comunale e del ministero dei Beni culturali.

I quindici partecipanti al bando, 9 italiani e 6 stranieri, hanno dimostrato più un interesse alla pubblicità legata all’opera che ai lavori da finanziare.

I sei competitors stranieri sono un giapponese, due inglesi, due statunitensi ed un coreano. Il coreano è il colosso Samsung, noto per l’elettronica di consumo ma specializzato anche in meccanica, chimica, finanza, intrattenimento e costruzioni.

Disillusione per il mancato arrivo dell’offerta di Rupert Murdoch, dato inizialmente per molto interessato alle opere, e per l’assenza di tante multinazionali Usa e nipponiche.

Ma l’insuccesso del bando non può frenare la corsa ai lavori, visto cosa sta accadendo in tanti siti archeologici italiani. “Cercheremo di stringere quanto prima e io conto di concludere questa operazione entro la fine dell’anno”, incalza lo stesso Cecchi, che, in merito alle perplessità di Della Valle sulla fattibilità tecnica dei lavori, aggiunge “Nessun problema, ci mancherebbe. Cercheremo di fornire la massima collaborazione tecnica. E’ nell’interesse del paese, è chiaro. Il Colosseo ne vale la pena”.

L’unico vincolo di Della Valle, in realtà, è quello ribadito venerdì circa una risposta in tempi brevi circa l’assegnazione dei lavori, “se vogliamo inserire questa voce nel nostro bilancio annuale”.

In merito a tale timore di natura contabile-finanzairia è intervenuto ieri il sindaco di Roma Gianni Alemanno. “Relativamente al restauro del Colosseo, non c’è bisogno di prorogare il bando: abbiamo ricevuto le manifestazioni di interesse, tra cui quella di Della Valle. Non serve un nuovo bando. Il ministero può procedere con la valutazione delle offerte migliori”.

A chi gli chiedeva ieri in Campidoglio se fosse possibile assegnare i lavori direttamente a mister Tod’s, Alemanno ha risposto che l’opera “non è un atto politico o una decisione che deve essere presa dal ministro, ma è una scelta di carattere amministrativo che va fatta dai vertici del ministero”, aggiungendo che l’inizio dei lavori, invece, verrà deciso “dai vertici amministrativi del Mibac. Certamente prima viene fatta e meglio è” quando gli è stato chiesto se un’eventuale sfiducia del Governo avesse potuto bloccare il tutto.

Marco Notari