Varato il nuovo Piano industriale per il quinquennio 2011-2015 e definite le nomine per il dopo-Profumo dal vertice strategico tenutosi ieri e durato quattro ore. Le nomine e la governance saranno ufficializzate il 14 dicembre dopo l’approvazione del consiglio di amministrazione.
Il piano industriale, un impianto di linee guida per il futuro del gruppo per i prossimi cinque anni, era già stato messo a punto dai vertici prima dell’estate e rivisitato dal nuovo Ad Federico Ghizzoni, dopo le dimissioni di Alessandro Profumo, “senza stravolgerne la sostanza”, secondo indiscrezioni.
Il documento girerebbe attorno all’incremento del capitale destinato alle banche della Central Eastern Europe e ad un ridimensionamento di quello destinato alla divisione Corporate & Investment banking, ancora senza una guida dopo l’uscita di Sergio Ermotti, lo “gnomo”, destinato a ricoprire un ruolo di spicco presso il colosso Ubs, primo concorrente del gruppo UniCredit.
La divisione, orfana di Ermotti, sarebbe oggetto di una profonda fase di ripensamento da parte dei vertici, che vorrebbero optare per due diligence interne sul portafoglio gestito dalla stessa.
Tra le posizioni rimaste vuote dopo i rimpasti e le dimissioni ai vertici ci sono anche la guida della divisione retail, che era di Roberto Nicastro, ora direttore generale, e di quella Est Europa, che faceva capo proprio a Ghizzoni.
Per il delicato incarico di responsabile delle risorse umane, dopo l’uscita di Rino Piazzolla, Ghizzoni avrebbe proposto la candidatura di Paolo Cornetta, manager interno di vecchia data, fino ad oggi impegnato nella direzione del personale della divisione italiana Family e Pmi.
Nel Cda del 14 si discuterà anche del dossier Mediocredito Centrale, con la decisione sulle vendite a Poste italiane in merito al progetto Banca del Mezzogiorno, di quello Premafin per quanto riguarda il rifinanziamento richiesto dalla famiglia Ligresti e sull’adesione al consorzio di garanzia della stessa Premafin con Credit Suisse.
Fondamentale per queste scelte sarà la presa di posizione di Fabrizio Palenzona, vicepresidente di UniCredit e rappresentante della Fondazione Crt, sempre più importante nelle scelte del gruppo in merito alla divisione domestica.
Marco Notari