Sharm el Sheik, lo squalo sferra attacco mortale: donna dilaniata

Il terzo attacco dello squalo che sta diffondendo il panico nelle acque di Sharm el Sheik è stato mortale. Una turista tedesca è stata dilaniata nel golfo di Neema mentre nuotava in un’insenatura nei pressi di una spiaggia privata di un resort. L’agenzia di stampa Mena ha fornito la conferma della morte della settantenne.

I primi due attacchi, avvenuti pochi giorni fa ai danni di turisti russi, avevano avuto risvolti molto gravi: le vittime hanno infatti subito diverse amputazione agli arti. E’ andata decisamente meglio al bagnante ucraino che, in seguito all’aggressione, ha riportato ferite ed escoriazioni dovute a gruppi di corallo contro il quale è stato spinto durante la colluttazione con il predatore. Per la donna, purtroppo, non c’è stato nulla da fare; i testimoni asseriscono che la vittima, nonostante stesse nuotando in acque basse, è stata di colpo assalita al fianco destro dallo squalo che l’ha completamente dilaniata senza dare il tempo ad eventuali soccorritori di intervenire. Il cadavere è stato ripescato dopo l’attacco, l’animale ha divorato la coscia sinistra e l’avambraccio destro dell’europea: queste le prime informazioni diffuse dalle fonti sanitarie locali

Il ministro Zoheir Garan ha deciso “la sospensione di tutte le attività” sulle spiagge di Sharm, finchè “non venga garantita l’eliminazione totale del pericolo”. Resta soltanto un interrogativo alquanto rilevante ovvero per quale motivo le spiagge sono state riaperte come nulla fosse accaduto dopo i primi due attacchi che testimoniavano già la presenza di un predatore altamente pericoloso? Bisognava aspettare questa orrenda morte?

Le autorità locali ribattono giustificando tale decisione dopo che un team di subacquei della Camera degli Sport acquatici del Paese nordafricano ha monitorato e “testato” il mare antistante le zone “a rischio” in sette diverse aree, concludendo che la balneazione e le attività di immersione erano tornate sicure, anche in seguito alla cattura dei due squali, un “pinna bianca” e un mako, ritenuti responsabili dei primi due attacchi.

Ennesima tragedia dell’avidità o semplice fatalità?

Valeria Panzeri