Il voto di fiducia è ormai vicino, e le ipotesi, le idee, i suggerimenti sono ancora moltissimi. L’ultimo è proprio del finiano Bocchino, che offre ancora una volta al premier, un’ultima possibilità.
Il premier, ammette Bocchino, è in piena tempesta emotiva. Del resto Berlusconi è abituato a comandare, come ogni imprenditore, e si accorge di essere finito in minoranza, da qui la reazione. Il resto è propaganda.
Lo accusa poi di voler andare al voto accusando i finiani di essere traditori, dimenticando che è stato lui a cacciare Fini dal partito.
Si scaglia poi contro Libero, il giornale di Belpietro che ha accusato tutti i traditori in prima pagina nei giorni scorsi.
Il metodo Belpietro è quello terroristico di sbattere nome e indirizzo (ora quello mail) in prima pagina, per additarlo agli elettori, si dice, ma l’obiettivo è intimorire e minacciare. Dovevamo fare la rivoluzione liberale e siamo riusciti a fare quella sudamericana, con Verdini per il quale chissenfrega delle istituzioni e gli avversari politici additati così che qualcuno possa colpirli.
Secondo Bocchino, il 14 dicembre, ci saranno, da una parte ci sono 317 deputati per la sfiducia e 308-309 dall’altra. Non ci saranno sorprese. Sarà una settimana politicamente tesa, ma di scontri verbali. Berlusconi non ha più la maggioranza. Il consiglio è che vada a dimettersi e poi si sieda attorno a un tavolo con Fini e Casini
È probabile che Berlusconi si dimetta, continua Bocchino.
Non c’è ragione per farsi sfiduciare. Può continuare a mostrare i muscoli per rabbia o perché qualche consigliere “scienziato” gli fa credere di avere i voti in tasca. Ma il 14 mattina immagino si dimetterà, avendo così la possibilità, per prassi costituzionale, di riassumere l’incarico. Da quel momento si apre un’altra fase politica.
Se Berlusconi viene sfiduciato, non ci sono più margini. In un nuovo governo per noi è importante in primo luogo il programma.
I finiani dunque si dicono favorevoli ad un Berlusconi-bis, presentando i propri punti cardine all’interno del programma.
Sarebbero due. Una nuova agenda economico-sociale partendo dall’accordo che Confindustria e parti sociali hanno recentemente firmato; la riforma della legge elettorale non punitiva nei confronti di nessuno, ma che cambi il meccanismo del premio di maggioranza e che preveda almeno la metà dei deputati scelti attraverso i collegi uninominali. Poi è importante la coalizione: vogliamo si torni a quella del 1994. La foto è Berlusconi, Fini, Casini e Bossi: il premier ha espulso l’anima moderata e valorizzato quelli con la bava alla bocca. Chi guiderà questo governo, si vedrà.
Matteo Oliviero