Crisi: Ungheria declassata da Moody’s e listini in picchiata

Nuova giornata di vendite sui principali listini europei quella di oggi,dopo un avvio di seduta lievemente positivo e la ripresa del segno più lo scorso fine settimana.

Stavolta la scossa è arrivata dall’Ungheria, con Moody’s che ha tagliato il rating del Paese magiaro allineandosi con quanto già fatto da Fitch e Standard & Poor’s, che avevano già precedentemente ridotto i loro rating al livello più basso della graduatoria d’investimento.

Moody’s ha tagliato il rating sul debito dell’Ungheria al livello minimo di investment grade, oltre il quale scatta il declassamento a “junk”, spazzatura, abbassando di due notch il merito creditizio, portandolo così a “Baa3” da “Baa1”.

Ora l’outlook sui rating è negativo e l’agenzia non esclude ulteriori declassamenti.

Immediata la reazione dei mercati valutari, con  l’euro che continua a deprezzarsi sul dollaro con un cambio che per ora  si aggira intorno a 1,327.

Il focus ora è tutto sull’Eurogruppo in riunione a Bruxelles, mentre domani toccherà al meeting dell’Ecofin, dove è previsto anche l’intervento del ministro dell’Economia italiano, Giulio Tremonti, dare segnali al mondo economico e finanziario circa le strategie a breve per la tenuta della moneta unica.

Tema centrale delle due sedute sempre l’Irlanda e l’ok ufficiale al suo piano di salvataggio discusso nei giorni scorsi.

Ma ai ministri delle finanze europee toccherà anche affrontare la situazione di Portogallo e Spagna,  sui quali ancora incombe l’incubo del debito pubblico.

Il ministro delle Finanze spagnolo, Elena Salgado, ha però già dichiarato che lo Stato iberico non farà ricorso agli aiuti resi disponibili dall’Ue per il salvataggio dei membri in crisi.

Tra le piazze maggiori, intanto, verso mezzogiorno, Madrid segnava -0,95%, Zurigo -0,55%, Bruxelles -0,45%, Parigi -0,42%, Amsterdam -0,31% e Francoforte -0,15%. Controtendenza Londra con un +0,02%.

Moody’s aveva messo sotto osservazione l’Ungheria per un possibile declassamento del rating già a giugno di quest’anno, motivando che l’economia magiara era da considerare debole causa dell’alto indebitamento in moneta estera.

Marco Notari