SBK, pagelle: Rea cresce ed impara

Ci apprestiamo a concludere queste pagelle riguardanti il mondiale Superbike. Il nostro appello oramai conta solo due nomi, ma non per questo la loro importanza (nel bene o nel male) è meno rispetto ai loro colleghi. Oggi analizziamo il mondiale di un’altro sicuro protagonista di questa annata 2010, ovvero il centauro della Honda Jonathan Rea. Il giovane pilota inglese sta continuando la sua esperienza e maturazione agonista nella Superbike, divenendo sempre più forte ad ogni gara che passa. Un lento crescendo, un sicuro prossimo campione.

Ricerca della messa a punto

Rea è senza ombra di dubbio il talento più puro che la Honda possiede nei campionati della derivate di serie. Cresciuto sotto l’ala della casa giapponese, ha trovato nel team Ten Kate la giusta famiglia ove maturare e poter sfruttare tutta la sua immensa bravura. L’armonia con la squadra quindi è totale. Perfetta sintonia e una unione che non diminuisce mai neanche nei momenti più difficili. Jonathan è un pilota che riesce a guidare forte anche senza una moto perfetta nella messa a punto, ma senza il set-up ideale rischia di incappare in troppi errori che alla fine condizione l’intero week-end. In questo senso il pilota e sopratutto la squadra non hanno mai particolarmente brillato, anche se vi è stato un netto miglioramento rispetto al 2009. Rea riesce a decifrare meglio le informazione e portare i meccanici su una strada che alla fine si rileva quella giusta. Un fatto che ha portato ad una perfetta condizione in alcuni Gp. Di contro però vi è una moto priva di sviluppi che ha penalizzato non poco. La Honda quindi si merita un 6. Il lavoro è stato sufficiente, ma la decisione di investire quasi niente nella Superbike, lasciando il team al suo destino non si può non considerare.

Comportamento in qualifica

In qualifica il comportamento di Rea non ha mai deluso. Sempre presente nella Top Ten con anche una bellissima pole position ad Assen, pista piene di insidia e dalla difficile interpretazione. Un netto miglioramento rispetto alla stagione precedente, che sottolinea i passi avanti compiuti anche nella gestione dei pneumatici e controllo della situazione anche in momenti particolarmente concitati. Una presenza fissa nelle posizioni che contano e la netta impressione che l’inglese diverrà un osso duro già dal prossimo anno per la lotta al titolo. Unico neo il voler sempre tirare al limite in ogni sessione, fatto che più di una volta ha provocato rovinose cadute in sessioni ove si poteva tranquillamente dosare il gas. La voglia di primeggiare è tanta, ma il saperla controllare è fondamentale.

Comportamento in gara

Paradossalmente in questo campo Rea ha compiuti i progressi più piccoli. Già l’anno precedente aveva messo in mostra le sue doti velocistiche, impressionando per la facilità del ritmo gara e l’assoluto coraggio nell’affrontare i duelli con sorpassi mozzafiato. Anche in questa stagione il pilota ha seguito tale copione, stupendo per aggressività e giuda al limite della fisica. Ma se certe volte è andata bene (vittoria ad Assen, Brno e Germania) altre invece il risultato è stato disastroso. Brutte cadute proprio mentre era in testa o nel gruppetto dei migliori, una ricerca del punto massimo che gli ha riservato spiacevoli sorprese. Se migliorerà la costanza nell’arco di tutto il campionato, capendo quando tirare ed invece cercare il semplice risultato, allora si potrà affermare che il processo di crescita è concluso, diventando di diritto uno dei pretendenti al titolo mondiale. Rea ha davvero grande potenzialità e gli avversari già lo temono nonostante la sua giovane età.

Pressione psicologica

Essendo una promessa ed avendo ancora poca esperienza la pressione non ha giocato un ruolo cruciale nella sua stagione. Certo, la Honda si aspetta grandi cose da lui, ma ancora è presto per volerlo vedere sempre sul podio. Inoltre, verso la parte finale, ha ottenuto una incredibile serie di risultati utili, spezzati solo dal brutto infortunio durante le prove libere del Gp di San Marino. Un segno che forse il pilota ha trovato la sua condizione mentale ideale, capace di spingere forte proprio come piace a lui senza però dover correre troppi rischi inutili. Il 2011 sarà l’anno della risposta. La maturazione mentale diventa basilare per vincere dei mondiali, anche se prima dovrà per forza di cose sentire sulla sua pelle tutto il peso della pressione mediatica quando la vittoria del mondiale si avvicina. E solo i veri campioni rispondono con i fatti invece che con le parole.

VOTO

Vi sono tanti fattori da mettere insieme per dare un giudizio chiaro e vero. Un giovane pilota veloce e di talento che necessitò ancora di crescere per competere a pari livello dei migliori. Una squadra orfana della casa madre che non ha potuto portare in pista un progetto pienamente competitivo e perfetto. Una grande crescita rispetto al passato con ancora però ampi margini di miglioramento. Un 8 quindi è il numero giusto. Una sufficienza piena e sicura, ma l’eccellenza ancora manca. Per poter vincere un mondiale combattuto e difficile come quello della Superbike occorre essere precisi e perfetti per tutta la stagione, non solo per alcune gare o in un singolo periodo. La stagione prossima Rea dovrà dimostrare di essere finalmente pronto al gran appuntamento con il titolo, seguendo quel successo che è assolutamente alla sua portata. La Honda ci crede, l’Inghilterra si aspetta importanti risultati, ma solo lui dovrà dare il responso finale.

Riccardo Cangini